COSI' NO
Fotovoltaico e consumo del territorio.
Le rinnovabili richiedono un approccio totalmente diverso da quanto fatto con i combustibili convenzionali. Data la loro limitata concentrazione di potenza, ma elevata diffusione, è fondamentale che il loro sfruttamento avvenga con una distribuzione larga, il più possibile aderente alle esigenze del territorio e quindi con il minor spreco possibile. Questo richiede uno stretto rapporto con le Comunità locali.
Il territorio e le sue risorse sono patrimonio comune, un bene non rinnovabile. Il territorio va visto come risorsa, in termini sociali, per l’uomo con il suo diritto all’abitare ed al suo benessere, anche in senso di attuazione degli equilibri ecologici, e quindi riguardante pure le specie animali e vegetali che lo abitano.
Anche la lotta al consumo del suolo deve essere al centro della nostra battaglia, insieme alla salvaguardia delle produzioni agricole.
Non è ideale quindi l’uso del suolo per questo tipo di impianti. Ai terreni agricoli occorre preferire i tetti degli edifici comunali (scuole, palestre, centri civici, ecc…) e dei capannoni industriali e artigianali.
Il Prc è dunque a favore dello sviluppo del fotovoltaico, ma contro un suo uso che vada a deturpare il territorio e le aree agricole.
Il Dipartimento Ambiente del Prc
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Commenti
valter clemente
Mar, 30/11/2010 - 10:22
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parola d'ordine: cementificare
Le ditte installatrici di impianti fotovoltaici, fiutato l’affare, dal loro punto di vista anche giustamente, hanno rivolto le loro attenzioni alle amministrazioni pubbliche più che al privato perché con la politica degli incentivi promossa dal governo le condizioni per gli enti pubblici e per i grandi impianti sono più vantaggiose.
Con la finanziaria che riduce i trasferimenti agli enti locali, ecco alcuni amministratori cadere nella rete degli speculatori dell’energia.
Con la nobile motivazione di ridurre le emissioni di anidride carbonica nell’aria, di salvaguardare l’ambiente ecco accettare proposte di impianti produttori di energia elettrica da fonti rinnovabili.
In cambio di denaro, con la promessa di ridurre le spese in bollette, ecco comuni trasformarsi in produttori di energia e nel fare questo trasformare terreni agricoli, anche di pregio in centrali fotovoltaiche o a cippato.
Dorzano, Massazza. Cerreto Castello, Occhieppo, Cossato alcuni dei comuni impegnati, anche con variazioni al limite dell’abusivismo a salvare il pianeta dall’inquinamento.
Sembra che gli amministratori locali non abbiano capito niente di come deve essere perseguita la difesa dell’ambiente perché passano il tempo a cementificare il loro territorio, prima case, poi strade e adesso centrali. Prevenzione, risparmio energetico, pulizia e salvaguardia del territorio non rientrano nel loro vocabolario.
Soldi e cemento sono le parole e i fatti a cui sono più portati.
valter clemente
Mar, 07/12/2010 - 14:14
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STOP AL CONSUMO DI TERRITORIO
L’ISTALLAZIONE DI IMPIANTI DI PRODUZIONE DI ENERGIA ELETTRICA MEDIANTE L’UTILIZZO DELLA FONTE ENERGETICA RINNOVABILE SOLARE FOTOVOLTAICA”.
Stop al consumo del territorio, sia che si tratti di capannoni industriali, case per la speculazione edilizia, sia che si tratti degli impianti fotovoltaici in zona agricola .
Preliminarmente occorre osservare che i contributi per la produzione di energia con il fotovoltaico alterano il mercato facendo diventare più vantaggioso la produzione di kw piuttosto che fagiolini, pesche o grano.
Come al solito , in assenza di un quadro o piano generale di riferimento, è partita come per le centrali a gas di alcuni anni fa, la corsa a realizzatre ovunque e comunque impianti fotovoltaici.
Mancano inoltre norme che regolamentino la realizzazione degli impianti e i luoghi ove essi sono accettabili dal punto di vista ambientale, paesaggistico, culturale ecc.
Quindi solare selvaggio, come c’è pale eoliche selvagge, biomasse selvagge ecc, così come ci sono state le turbogas selvagge.
Numerosi sono i casi di corruzione ( vedi anche la P3)
Lo Stato in un recentissimo consiglio dei ministri ha adottato alcune misure di limitazione nei confronti degli impianti collocati in territorio agricolo.
Anche la regione E.R. si appresta a fare la stessa cosa.
Quindi potremmo essere indotti a pensare che “piotost che gnit l’è mei potost”
Questo tipo di valutazione però confligge con le finalità sbandierate dalla regione – tutelare il paesaggio, tutelare il teritorio agricolo – perché le norme in questione traformano l’attività di produzione agricola in attività di produzione di elettricità, che nulla ha a che fare con l’agricoltura.
Un conto avrebbero potuto essere misure che consentissero piccoli impianti , max 10 o 20 KW al servizio dell’azienda agricola, da istallare sui tetti degli edifici, un conto sono norme che consentono, ad esempio in un podere di 20 ha di realizzare 400 KW, che occupano una superficie che perde le sue caratteristiche agricole, pari ad alcune migliaia di mq .
E’ obiettivo degli ecologisti tutelare il suolo agricolo, secondo il principio fondamentale dello STOP al consumo del territorio che in questo caso viene buttato alle ortiche. Centinaia di impianti per centinaia di ettari di prezioso e non riproducibile suolo agricolo perduti per sempre.
Questo è il risultato di norme regionali che non privilegiano le prospettive di una agricoltura di qualità, fatta di prodotti eccellenti, biologici ecc. bensì sostengono la trasformazione dell’agricoltura in qualcosa d’altro, che produce energia da vendere all’enel.
Con lo stesso principio perché non consentire ovunque e in qualunque numero, la realizzazione di pale eoliche o impianti a turbogas ? perché non sostituire le colture agricole con “ colture “ di energia ?
Allora se il problema è il sostentamento degli agricoltori che non guadagnano abbastanza con i prodotti agricoli perché non si consente loro di fare tante villette al posto dei fagiolini o dei cavoli, ovunque l’imprenditore agricolo lo voglia ?
Perché non consentire allora agli alberghi della costa di trasformarsi tutti in appartamenti, sostituendo la attività immobiliare all’impresa alberghiera.
Potrei continuare a lungo.
Esistono molteplici ragioni per non sostenere, anzi per contrastare queste proposte scellerate : da tempo Italia Nostra ha elaborato importantissime proposte tutte in favore della tutela e conservazione del prezioso territorio agricolo.
Le proposte di Italia nostra sul territorio agricolo sono le uniche che i verdi possono sostenere, nella convinzione che il bene suolo è finito, irriproducibile, il cui uso ai fini delle produzioni alimentari è necessario e fondamentale per la vita di tutti noi.
STOP al CONSUMO DEL TERRITORIO sia che si tratti di cemento , asfalto, impianti fotovoltaicio e simili.
Sauro turroni