Il futuro non sarà futurista!

 

ma ... il futuro non sarà futurista

 

avanguardia, gergo militare e non violenza

parlando di futurismo italiano  difficile non pensare a termini ormai percepiti come obsoleti e roboanti, tanto che una parola  come “avangurdia”, in questo contesto,  sembra riecheggiare (di) quel gergo militare oggi ormai ampiamente messo in discussione da chi pratica la non violenza già a partire dal  linguaggio.

ancor più questa sensazione trova corrispondenze in una società come la nostra cresciuta e sviluppata parallelamente ad una serrata critica rivolta ad una tecnologia applicata ad un sistema alienato.

ma, come sappiamo, c'è avanguardia ed avanguardia.   e mentre a suo tempo c'era chi affermava:

“le avanguardie sono un fenomeno tipico dei paesi culturalmente arretrati; il loro sforzo, benché intenzionalmente rivoluzionalrio, si riduce generalmente ad un estremismo polemico” (1),

oggi  il problema sembra essere più complesso.

 

può accadere infatti che la disponibilità ad un cambiamento radicale scaturisca talvolta da realtà interne a società,  sotto certi aspetti, più arretrate di altre. questo avviene perché, in questo confronto, esse appaiono in grado di cogliere  più chiaramente le contraddizioni e insostenibilità di un presente che, a quel punto, appare aver perso molto del suo potere condizionante.

 

futurismo italiano e russo:  la deriva autoritaria

proprio a partire da questa considerazione è necessario un confronto tra futurismo italiano e russo.  il primo nonostante fosse  nato in un contesto (considerato) più avanzato di quello russo, sarebbe poi sfociato nel fascismo con cui non esitò ad avere entusiastiche compromissioni. il secondo invece sarebbe approdato  nel  comunismo.  il primo nazionalista, il secondo internazionalista.  da un lato un futurismo italiano alle prese con il peso di una cultura millenaria di cui avrebbe voluto fare tabula rasa;  dall'altro le avanguardie russe e dell'europa dell'est che, al contrario, essendosi sviluppate in un clima  più "magmatico"(2), apparivano   disposte a cogliere nel passato i segni di una cultura in continua trasformazione. “ le opere moderne devono essere create sulla base di tutte le esperienze precedenti, ma il loro inizio è lì dove è la fine di tutto ciò già creato. la tradizione è la materia prima che deve servire per la costruzione, ciò significa che deve essere trasformata in ciò che non esisteva prima. più ci allontaniamo più siamo fedeli alla tradizione”.(3) 

e mentre in italia, tra alterne vicende, il futurismo avrebbe sostenuto la legittimità di una rivoluzione discutibile (vista la malcelata  restaurazione che in realtà avrebbe rappresentato),  in russia avrebbe realizzato  concretamente quella che storicamente sarebbe poi stata considerata l'unica  seconda  rivoluzione sistemica  della storia dopo quella francese: la rivoluzione d'ottobre (1917). una rivoluzione che però, anche in questo caso,  sarebbe durata poco per trasformarsi da comunista  in  dittatura stalinista. 

a differenza di quanto avvenne  con il futurismo italiano, il regime stalinista avrebbe però ravvisato nella reale portata innovativa delle avanguardie russe un pericolo da estirpare.  ben presto infatti  le ricerche e gli artefici  di quel periodo sarebbero stati messi a tacere e  perseguitati in nome, anche qui, di un restaurato e rassicurante accademismo. 

 

arretratezza dei contenuti teorici del futurismo italiano.

ancora oggi vien da chiedersi cosa ci fosse di  così innovativo e  rivoluzionario nel futurismo italiano  e in  particolare nel manifesto di filippo marinetti pubblicato a parigi nel 1909, dove, tra le altre cose,   troviamo invocata  la “guerra come sola igiene del mondo”.  o ancora  quale rivoluzionaria innovazione potesse rappresentare  il “disprezzo per la donna” in un mondo da sempre maschilita, dove, ad un'indispensabile presenza delle donne nella società, erano sempre corrisposti ruoli e riconoscimenti del tutto marginali. per non parlare della retorica di un patriottismo e nazionalismo altisonanti e di facciata.

certo oggi siamo perfettamente coscienti di quanto l'ambiente condizioni  chi è socialmente più debole  tanto da indurlo ad  agire contro se stesso e  rivelarsi  inaspettatamente conservatore. ma tutto ciò avviene sotto il ricatto  di una immediata quanto evanescente rassicurazione  la cui accettazione è proporzionale alla precarietà e urgenza di quella condizione.

questo fatto però non può sviare l'attenzione da quella che è la causa determinante da cui dipendono gran parte dei problemi che poi si vorrebbero criticare. nel caso della condizione della donna era chiaro come questa rispecchiasse l'arretratezza  di una società che pretendeva violentemente la sua sottomissione salvo poi disprezzarne gli effetti collaterali.

il futurismo italiano, apparentemente estroverso ma  in realtà chiuso nel suo aristocratico quanto decadente disprezzo , sembrava invece accusare proprio chi,  piuttosto che  causa, era chi  scontava le conseguenze di quella situazione.

 

rifiuto del passato e della cultura - accademica o popolare che fosse 

a volte la critica dirompente dei futuristi italiani nei confronti del passato, popolare o accademico che fosse, sembrava investire proprio quanto era sopravvissuto ad un mondo che oggi non esiteremmo  a definire arretrato. ma che, in quelle condizioni, non avrebbe  potuto che esprimersi in forma contraddittoria. non e' infatti possibile non intravedere in  certo sentimentalismo o religiosità un'ambigua  compensazione ad una  condizione del tutto insoddisfacente.

giusto dunque criticarne le contraddizioni se però se ne  prospetta il superamento anche su di un piano socio-politico adeguato.   

non era però  questo il caso.     

marinetti infatti pur  rivendicando l'originalità del futurismo,  dopo  alterne vicende (che  al congresso dei fasci del 1920  lo  vedranno  addirittura sostenere "gli scioperi giusti" e poco dopo prendere le distanze dal partito fascista per un certo periodo) alla fine aderirà al fascismo senza più riserve.

certo già allora da parte di marinetti erano stati rivendicati  "lo svaticanamento dell'italia", il passaggio dalla monarchia alla repubblica, la distribuzione di terre (ma ... ai combattenti), la  lotta all'analfabetismo e il suffragio universale. ma queste rivendicazioni sovente spacciate per originali erano portate avanti contemporaneamente in molte altre parti del mondo.  la  compromissione con il fascismo infine avrebbe  svelato definitivamente il lato più oscuro e arretrato di questo movimento.

 

le cosiddette avanguardie russe al contrario generalmente  avevano interpretato quel clima pre-rivoluzionario sostenendo  l'emancipazione della donna e provocando scandali di segno opposto. il primitivismo e la stessa cultura popolare era indagata e oggetto di estremo  interesse.   

risale al 1909  la mostra “la rosa azzurra” allora giudicata scandalosa, in cui la gonciarova esponeva opere ispirate al primitivismo.

la vicinanza tra futuristi russi  e altre realtà artistiche a loro contemporanee  è attestata da innumerevoli  eventi e mostre oltre che dalla profonda amicizia e sostegno riservato a majakovskij (anche dopo il suo suicidio) da rodčenko  il quale, pur non essendo futurista,  per tutta la vita si sarebbe prodigato nel  diffondere l'opera di majakowskij.

è in questo clima, piuttosto che in quello italiano, che per  la prima volta vediamo le donne partecipare a mostre, scrivere poesie, articoli teorici e manifesti, impegnate in  ricerche e sperimentazioni avanzatissime i cui risultati non avevano nulla da invidiare a quelli maschili, anzi!.

c'è da dire che ad una  gerarchia ecclesiastica e politica italiana da sempre  tutta al maschile  in russia corrispondeva  un'aristocrazia che,  nonostante terribile, feudale ed affamatrice, probabilmente  aveva riservato ad un'élite di  donne una qualche chance in più ... circostanza questa che evidentemente aveva lasciato una qualche traccia.

 

l'entusiastico ottimismo  del primo novecento

nel guardare alle avanguardie europee del 900 non è comunque  possibile fare a meno di pensare al clima  che aveva contraddistinto l'inizio di quel secolo.

la rivoluzione industriale e le scoperte scientifico-tecnologiche avevano aperto nuovi e inconsueti orizzonti.

le macchine sembravano in grado di poter emancipare un'umanità piegata da millenni dal  peso del lavoro bruto e da un oscurantismo che corrispondeva perfettamente all'assetto politico del tempo.

una reazione comprensibile ma esagerata aveva dunque contraddistinto l'entusiastico e ottimistico   approccio di un secolo come il novecento che  avrebbe dovuto ben presto misurarsi con  i retaggi culturali di un passato non ancora oggi del tutto dissolto.

 

i primati del futurismo italiano.

al futurismo  italiano  vengono attribuiti troppo sovente primati alquanto discutibili o che  andrebbero in ogni caso  ridimensionati  e inseriti in un contesto culturale più ampio e condiviso.

in questi giorni di confuse celebrazioni  vediamo sovente conferito a questo movimento il merito esclusivo di sperimentazioni  innovative che in realtà si stavano svolgendo  simultaneamente in molte altre parti d'europa, in russia e a parigi in particolare.  dove  ben presto  si sarebbero prese adeguate distanze  dai modi e dalle idee futuriste.

 

senza voler ridurre i risultati ottenuti in campo artistico ad una gara podistica con tanto di classifica stilata su base cronometrica  e dove il dato  qualitativo corra il rischio di apparire ininfluente, è necessario fare alcune considerazioni:

alla trasgressione grammaticale e all'abolizione della punteggiatura messa in atto da "parole in libertà" di filippo marinetti, in russia corrispondevano le sperimentazioni linguistiche   trasmentali di chlebnikov  e majakowskij.    ma mentre marinetti azzerava il linguaggio facendo tabula rasa delle regole linguistiche, chlebnicov  attingeva ad un senso comune originale quasi si trattasse di recuperare alla parola un'infanzia dell'umanità ancora carica di potenzialità ed energia.  allo stesso modo alle sperimentazioni futuriste sulla scomposizione della luce corrispondevano le poco note ricerche di larionov con  i suoi studi sulla luce e la  radiottività che approderanno al manifesto del raggismo del 1912.  sempre in larionov lo spazio, mai strutturato, come nella tradizione orientale, dunque privo di prospettiva, prefigurava la scomposizione di parole che lo porterà alle prime sperimentazioni di poesia visiva:  lettere di vario tipo ottenute con timbri diversi,  spazi irregolari tra parole, parti di testi stampati sottosopra, errori di ortografia, maiuscole piazzate nel mezzo delle parole. questo tipo di ricerche artistiche  erano state intraprese anche da molte  artiste russe che, superati gli esordi anarchico-futuristi, erano progressivamente  pervenute al costruttivismo.  olga  rozanova  ad esempio nel 1911 a san pietroburgo è tra gli artisti futuristi membri fondatori dell'unione della gioventù.  si distinguerà  nella realizzazione di “libri-oggetti-visivi”, sarà autrice di poesie transmentali dove  è particolarmente sentito il rapporto immagine-testo in quella che i futuristi chiamavano “autoscrittura”. varvara stepanova non è da meno e nel 1919 porta alle estreme conseguenze  le scoperte della rozanova in campo tipografico creando giustapposizioni tra caratteri tipografici di fondo e caratteri pittorici, fra testo transrazionale  e testo quotidiano del giornale.   

sperimentazioni molto diffuse nella russia pre e rivoluzionaria dove il disprezzo aristocratico tipico del futurismo italiano lasciava il posto all'interesse per aspetti della vita quotidiana e della cultura popolare: disegni infantili, insegne di negozi, iscrizioni anonime delle palizzate, graffiti murali, segnaletiche varie,  “la medesima vita pulsante” che  era ritrovata anche nelle opere dei primitivi, nei  lubki propri della tradizione iconografica sacra e popolare.

senza voler nulla togliere al grado di astrazione raggiunta ad esempio dalle   compenetrazioni iridescenti di un giacomo balla che nel 1914 realizzava alcune tele incontestabilmente innovative oltre che molto belle, non è possibile dimenticare, anche su di un piano  cronologico,  il primo acquerello astratto di vassilij kandinskij del 1910 o il primo disco simultaneo di robert delaunay del 1912. 

sempre nel 1912 michajl matjušin, artista, compositore e teorico russo dell'organicismo, presentò una scultura di nodi di radici arboree non in quanto rappresentazione naturalistica ma come struttura della natura alla stregua delle forme strutturali dei cristalli.   mentre nel 1910 nikolaj kul'bin aveva intravisto nel passaggio dallo stato cristillino della materia a quello colloidale il passaggio dall'armonia alla dissonanza "... dalla quiete assoluta al risveglio vitale dell'attività cellulare"(4)

la stessa novità di  un approccio "multimediale" (oggi si direbbe) dell'arte non era certo un'esclusiva del futurismo italiano basti pensare a rodčenko e alla stepanova entrambi costruttivisti, alle loro teorie e riflessioni sull'arte applicata (5), al suprematismo maleviciano e della ermanolova  (1913-18)  e alle sue estensioni  in campo didattico poi recepite dalla bauhaus oppure a  tatlin che nel 1915 partecipava alla  mostra 0.10 a  pietrogrado dove veniva esplicitamente specificato “ultima mostra futurista di quadri” ad indicare il superamento delle assunzioni cubo-futuriste e il radicale azzeramento di ogni riferimento realistico. nel frattempo anche tatlin dichiarava  superata ogni gerarchia tra arti maggiori e inferiori  in favore di un'arte che fosse informazione e mettesse  in circuito tra i membri della comunità la storia che si stava facendo momento per momento ... quasi ad anticipare le aspirazioni e  potenzialità  oggi interpretate da internet e dal mondo della comunicazione in un contesto però  più o meno liberale o socialisteggiante  piuttosto che comunista come nel caso di tatlin. 

altrettanto contestabile appare il tanto vantato successo internazionale da parte di chi  si sarebbe presto  mostrato sostenitore di un nazionalismo e patriottismo su basi ed argomenti non esattamente così avanzati.

a mosca  poi gli incontri del 1914 e 17 con i futuristi russi e alcuni rappresentanti delle avanguardie europee,  avevano  sollevato molte perplessità e divergenze di vedute.

se da un lato restano incontestabili le radici  speculative  di  sperimentata tradizione teologica e filosofica di impronta neoplatonica o  idealista  che in italia avevano  da sempre portato a riflessioni sul tempo  e sulla fenomenologia, queste dai futuristi erano state oltre che mistificate (il mito della velocità),  rese in una forma dinamico-visiva  che non si spingeva oltre  ad una rappresentazione congelata della realtà.

permane inoltre  irrisolta la contraddizione tra l'affronto antiromantico contenuto nel provocatorio “uccidiamo il chiaro di luna”  e tratti decadenti non esenti da forti componenti ciniche, emotive e irrazionali risolte in provocazioni che nelle famose serate futuriste sembrano culminare nella sintonia ad un presunto nuovo  ritmo di vita.  in realtà quel ritmo piuttosto che essere sostenuto da un nuovo  progetto di società condivisa   sembrava  accontentarsi di far presa più  sui riflessi condizionati che su di un reale e profondo cambiamento della società.

 

da: costruttivismo -  manifesto del realismo

di naum gabo e anton pevner - mosca 1920

...ai suoi tempi si sarebbe potuto esaltare il futurismo per la ventata nuova portata dalla sua annunciata rivoluzione nell'arte, per la sua critica scardinatrice del passato; come unico modo di dare l'assalto alle barricate del "buon gusto" esigeva molta dinamite; ma non si può costruire un sistema artistico su una sola frase rivoluzionaria.

a ben guardare, dietro la facciata del futurismo, si trova soltanto un vacuo parlatore, un tipo abile ed equivoco, imbottito di parole quali "patriottismo", "militarismo", "disprezzo per la donna", e simili motti provinciali.

in quanto ai problemi prettamente pittorici, il futurismo non ha potuto che ripetere gli sforzi, già con gli impressionisti mostratisi inutili, di fissare sulla tela un riflesso puramente ottico. tutti sappiamo ormai che una semplice registrazione grafica di una sequenza di movimenti momentaneamente fissati non può ricreare il movimento. fa pensare al polso di un corpo morto.

lo slogan pomposo della "velocità" fu una tromba di guerra per i futuristi.

ammettiamo la sonorità di un tale slogan e comprendiamo benissimo come possa abbattere il più potente slogan di provincia. ma provate a chiedere a un futurista come si immagina la "velocità" e comparirà immediatamente un intero arsenale di pazzesche automobili e depositi di cigolanti vagoni e fili intricati e il chiasso, il rombo, il frastuono di strade pullulanti di veicoli. ... è proprio necessario convincere i futuristi che tutto ciò non occorre per la velocità e per i suoi ritmi?

guardate un raggio di sole, la più immobile tra le forze immobili. ha una velocità di 300.000 km il secondo. osservate il nostro firmamento stellare che il raggio attraversa ... che cosa sono i nostri depositi in confronto a quelli dell'universo? che cosa sono i nostri treni in confronto ai veloci treni delle galassie?

certo tutto il chiasso dei futuristi sulla velocità è un fatto troppo noto, ma dal momento in cui il futurismo proclamò "spazio e tempo i morti di ieri", esso sprofondò nell'oscurità delle astrazioni.

né il futurismo né il cubismo hanno offerto al nostro tempo ciò che questo si aspettava da loro.

tranne queste due scuole artistiche, il nostro passato recente non ha avuto altro d'importante e d'interessante. ma la vita non aspetta, le generazioni non cessano di crescere, e noi, che succediamo a coloro che sono entrati nella storia, e possediamo i risultati delle loro esperienze, i loro errori e i loro successi, noi, dopo anni di esperienza pari a secoli, noi proclamiamo: nessun nuovo sistema artistico potrà affermare l'azione di un nuovo sistema in sviluppo finché le fondamenta stesse dell'arte non saranno costruite' sulle vere leggi della vita, finché tutti gli artisti non diranno con noi: tutto è finzione, solo la vita e le sue leggi sono autentiche, e nella vita solo ciò che è attivo è meraviglioso, capace, forte, giusto, perché la vita non conosce bellezza in quanto misura estetica. la più grande bellezza è un'effettiva esistenza...

in conclusione

l'esperienza del futurismo italiano solleva ancora oggi  molte questioni che vanno molto al di là di quel movimento stesso.

la prima e più rilevante riguarda l'importanza e il ruolo da attribuire a chi  è artefice di  scoperte o acquisizioni avvenute in contesti alquanto  contraddittori.

le realtà su cui la società e la cultura dovrebbero infatti  far leva dovrebbero corrispondere ad un maggior grado di emancipazione della società nel suo insieme. chi al contrario porta ai limiti estremi un “avanzamento” tecnologico “senz'anima”, in quanto ideologicamente arretrato e privo di aderenza con i problemi e le aspettative più profonde della società, non può avere futuro e 

rimarrà impigliato nello stesso circolo vizioso che nel passato aveva paralizzato ogni forma di sviluppo. così è avvenuto con il nazi-fascismo e tutte le realtà collaterali che lo avevano sostenuto dove l'aspirazione al nuovo si sarebbe presto trasformata in un  modernismo superficiale sotto il quale pulsava  l'ascesso della gretta ignoranza  a cui sarebbe seguita  la  promulgazione delle leggi razziali e la violenza di una guerra di conquista che avrebbe sconvolto l'intera europa.

la reazione del mondo intero, per nulla intenzionato a sottomettersi alla grettezza e stupidità di un tale regime, si sarebbe presto fatta sentire.

oggi possiamo affermare in primo luogo che il volto della modernità si è identificato sempre più attraverso una maggiore giustizia sociale, l'emancipazione della donna, il rispetto delle minoranze, la progressiva  trasformazione da economia di  guerra in economia di pace e  sviluppo.

tutte le proiezioni culturali di maggior rilievo del novecento sono andate in direzione opposta a quanto affermato su questi  temi fondamentali nel manifesto marinettiano del futurismo.

infine un altro argomento che viene sovente sollevato  in questi casi riguarda   l'acquisizione di una legittimità storica che in teoria dovrebbe essere giustificata dal  contesto storico in cui determinate realtà si sono sviluppate  indipendentemente dalle contraddizioni con  cui ogni avanzamento si trova a doversi misurare.

aspirazione  plausibile quando una data realtà risulta essere la più avanzata del momento e non solo sul piano tecnologico. non altrettanto  quando questo non avviene. in questo caso le ragioni e i motivi trainanti, le cause efficienti della nostra storia e cultura dovranno essere individuati in altri luoghi.

 

paola zorzi

biella-pralungo - febbraio 2009

           

            1)c.g.argan – l'arte moderna 1770-1970 sansoni editore

2)termine usato da vittorio strada in “cinquantenario”. “un convegno svolto a roma sul padre del movimento. che nel 1914 scopre in russia i gruppi fratelli: due diversi destini legati a fascismo e a bolscevismo. marinetti a mosca: l' altro futurismo. tragici utopisti cosi' lontani dagli italiani moderati e conformisti”.

3) "che cos'è il costruttivismo" manifesto del gruppo "blok" 1924 n°6-7

          4)il mondo organico - art dossier - avanguardie russe - nicoletta misler -   

          giunti ed. 1989.

      5)”...una funzionalità non strumentale ma orientata e guidata dal desiderio di

      conoscere, comprendere. ma soprattutto testimonianza “della ricorrente e

      mutevole dialettica tra ”volontà di trasformazione” nell'ipotesi di un'ideale 

           coincidenza tra immagine e percezione...

            nella marcia verso il traguardo di un'arte che, a partire dalla sfera individuale,   sia totalmente realizzata nel sociale, dove la rappresentazione si identifica da           una parte  con la produzione (con l'oggetto stesso che viene prodotto)   e             dall'altra con la percezione (non essendoci che un intervallo infinitesimale di      tempo tra la produzione e il momento, appunto, della percezione)...”

            rodčenko | stepanova / all'origine del costruttivismo – lo schermo

          trasparente di v.quilici / electa mi 1984

           

 

 

 

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Commenti

Ritratto di Anonimo

Marinetti era un grande, io sper piuttosto che il futuro non sarà etlista
Ritratto di Anonimo

Oggi piove perchè il cielo è grigio
Ritratto di Anonimo

è possibile apprezzare le grandiose opere del futurismo senza necessariamente condividerne i precetti politici
Ritratto di E

lASCIATE PERDERE IL P.D------W IL SOCIALISMO

Se non si riesce a capire la violenza celebrale di un eya eya alalà è meglio girarci alla larga. Quello che spaventa, terrorizza i critici grassoni e l'accademia e i professoroni di falsa sinistra succhiacazzo del potere (non attacco la sinistra attacco quello che si spaccia ultimamente per sinistra) e così via e così via è il non pensare, l'azione diretta del futurista e di quello che ne resta o che vive del suo spirito, che sia chiaro non è niente di politico ma è l'arroganza artistica pura che diventa inarrivabile per chi riflette, si ammoscia, osserva guarda se qua ci sta meglio un accento o una rima. L'arte azione è roba da strada non da Atelier, il futurismo è semplice diretto, conciso come un pugno in faccia, senza tanti ghirigori.
Ritratto di Anonimo

Azione più veloce del pensiero...Questo è futurismo!!!! Amiamo la dinamite delle idee nuove dei fatti prodigiosi dei nuovi colori e delle nuove immagini...Fermentismo e fomento allo stato puro, adrenalina nel cuore e irriverenza...Ciò che di più anti borghese e bello ci sia....
Ritratto di Anonimo

Il Mondo sta finendo peggio di come era cominciato.............
Ritratto di Anonimo

Il Mondo sta finendo peggio di come era cominciato.............