Sinistra:un progetto che riunisca...riflessioni di Rossanda


UN PROGETTO CHE RIUNISCA
di ROSSANA ROSSANDA
da "il manifesto" 10.08.'08

Siamo a uno dei punti più bassi della nostra storia: Alberto Asor Rosa ha ragione. Siamo a una crisi intellettuale e morale degli italiani - metà dei quali hanno votato per la terza volta una banda di affaristi ex fascisti e separatisti e l'altra metà si è divisa. Occorre dunque, scrive Asor, un soggetto politico nuovo, pulito e con un'idea di nazione che guardi a sinistra e non insegua fisime comuniste. Nel documento del Crs, Mario Tronti diceva qualcosa di analogo precisando che deve essere una grande forza popolare.
Non che mi piaccia essere una fisima, ma pazienza. Però, allo stato delle cose, non vedo dove questa forza politica sia. Veltroni direbbe: ma come, quella forza sono io, e il Pd. Abbiamo il 34 per cento dei voti, non siamo una combriccola di affaristi, abbiamo un'ipotesi riformista e una moderna icona morale in Robert Kennedy, abbiamo chiuso con ogni tipo di comunismo. Già, solo che l'opposizione a Berlusconi il Partito democratico non la sta facendo. Solo che raramente si è veduto un partito di sinistra così monocratico e poco popolare, se per democratico e popolare si intende un minimo di democrazia partecipata. Solo che, per dirla tutta, che cosa sia il Pd non si è capito ancora: gli avevano dato vita la Margherita e i Ds, ma della Margherita mancano ormai Prodi e Parisi, e Rosi Bindi sembra tenere più per coerenza che per persuasione. Neanche i Ds sembrano un blocco: D'Alema giura per il Partito democratico ma la sua fondazione ha accenti alquanto diversi da quelli di Veltroni. Chi può giurare che al primo congresso questa chimera diventi un animale affidabile?
Fuori del Pd le cose non vanno meglio. La frettolosa coalizione della sinistra Arcobaleno è stata addirittura espulsa dal Parlamento, il suo proprio elettorato avendole giurato vendetta per essersi fatta trascinare nell'avventura di governo. La Sinistra democratica di Mussi ha perduto qualche foglia invece che guadagnarne. I Verdi lo stesso. Rifondazione si è spaccata in due tronconi che neppure si parlano: la maggioranza di Ferrero punta tutto sul conflitto sociale dal basso, la minoranza di Niki Vendola su una raccolta di aree radicali fra le quali quella comunista potrebbe essere una cultura fra le altre, dell'ambientalismo che è più vasto dei Verdi, del femminismo, dei movimenti.
Non vedo perciò, allo stato dei fatti, un soggetto in grado di fare fronte alla slavina di destra. Vedo una quantità di orfani che vorrebbero questo soggetto ma sui quali da diversi anni passano grandinate che li disperdono vieppiù. Ma qual è la causa delle grandinate?

Sta soltanto nella risolutezza e la sfacciataggine di Berlusconi? Non credo. La banda che ci governa ripete esattamente forme, metodi e misure di tutti gli esecutivi europei dagli anni '80: la potente spinta alla disuguaglianza, all'arricchimento di pochi, all'impoverimento dei più, cioè l'ondata neoliberista che ha seguito i «trent'anni gloriosi». È una ripresa della linea che era già stata sconfitta in Europa e negli Usa dopo gli anni '20.
Ma ora, osserva Asor, essa è già arrivata a un punto morto. Vero, ma non per la forza della sinistra. È nei guai con se stessa. Dal liberismo si oscilla al protezionismo, dal mercato unico alle guerre commerciali simili a quelle del XIXmo secolo - ecco dove stiamo ritornando. Gli Stati uniti hanno l'egemonia militare ma non più economica; questa gli è contestata dalla Cina e dall'India in poderosa crescita. E l'arroganza di Bush ha infilato la sua supremazia militare nella trappola del Medio oriente, mentre l'Europa è insabbiata in una moneta relativamente forte, in un'economia debolissima e in un'iniziativa politica pari a zero.
Questo è il quadro cui siamo davanti. Crediamo davvero che si potrà batterlo con i conflitti sociali dal basso o con l'adunata dei renitenti al veltronismo? Non lo penso. Se vogliamo non solo battere Berlusconi ma dirci dove l'Italia può andare, su quali basi si può ricostruirne una fisionomia intellettuale e morale bisognerà pur passare dalle proteste divise e poco comunicanti a un progetto capace di credibilità, persuasione e mobilitazione. Per questo non serve il Partito democratico, che del liberismo condivide gli orizzonti, né bastano le due anime di Rifondazione: la vastità dell'impegno implica una raccolta di forze che vada molto oltre la sinistra Arcobaleno e la natura dell'impresa implica una dimensione del conflitto che non si risolve dal basso. Del resto, qual è il basso della globalizzazione?
E qui torna la mia fissazione: se siamo, come credo, una tessera di una tendenza mondiale, prima di tutto ad essa dobbiamo dare un nome e di essa definire la mappa. Il nome è il capitalismo dall'ultimo quarto del Novecento agli inizi del Duemila. La mappa è quella dell'intero pianeta. Finiamo di balbettare che tutto è cambiato e perciò niente si può dire, e cominciamo a precisare che cosa questo capitalismo è diventato. Non ci sono più vittorie puramente locali contro di esso. Come i dipendenti di una fabbrica non possono battersi da soli contro la delocalizzazione dell'azienda così un paese europeo non può battersi da solo contro la recessione, quali che siano le pensate protezioniste di Tremonti. Ma quando alla crisi delle classi dirigenti si somma il caos della sinistra il rischio è di essere trascinati via tutti.
Può questo rischio trasformarsi in occasione? Questa è a mio avviso la domanda vera. Credo che sì, per l'ampiezza dei soggetti coinvolti e per la profondità non solo materiale e pecuniaria del disastro ma appunto intellettuale e morale - non è per caso che all'apatia culturale dell'Occidente ormai non si oppongano che nazionalismi o fondamentalismi.
Ma nel medio termine temo che non si possa dare una parola d'ordine rivoluzionaria, almeno nel senso che abbiamo dato a questa parola fino a poco tempo fa: l'esito del '68 dimostra quanto eravamo già arretrati e quel che è seguito all'89 impedisce anche ai più ostinati di sognare una riedizione dei socialismi reali. Ma la sofferenza sociale e l'ampiezza delle ineguaglianze sono diventate così forti da rendere fragile la stessa tenuta e coesione di ogni singolo paese. Non è con le riforme istituzionali che si può aggiustare la baracca. Potrebbe essere aggiustata, per difficile che sia, con una inversione di tendenza: un intervento che restituisca il primato alla politica piuttosto che ai meccanismi dell'economia, che dia luogo a linee di sviluppo, incluso uno «sviluppo di decrescita», che ridistribuisca la ricchezza a sfavore delle zone forti e a favore di quelle deboli, che decida il taglio dei privilegi sociali, il rilancio su un piano mondiale dei mercati interni (l'impossibilità di procedere del Wto parla chiaro).
Non sarà un'operazione indolore, ma può non essere impossibile. Chi non si ritroverebbe in questo progetto? Soltanto i boss delle stock option d'oro. Non sarà la rivoluzione, ma oggi come oggi sarebbe certamente una rivoluzione culturale.
Ritratto di Anonimo

Condivido il pensiero della Rossanda e di Asor Rosa Soprattutto il finale che riguarda la redistribuzione,mi pare chiaro il capitalismo che conosciamo è finito,come è finita l'esperienza comunista come l'abbiamo conosciuta ad oggi.Sia chiaro non è tramontata l'idea ma la sua applicazione,basta con la testimonianza,basta con i voli pindarici che portano a parlarsi addosso,basta con le non risposte ai bisogni di chi sta peggio,la politica deve diventare proposta e risposta fattibile. Mi domando quanti di quelli che seguono questo sito sanno che a settembre una sessantina di lavoratori resteranno a casa?E quanti sanno che alle assemblee sindacali indette per discutere del problema di questi lavoratori se ne sono presentati in 12(dodici)? Sia chiaro sto parlando di Biella e dintorni!! Se è vero come è vero che solo dodici lavoratori si presentano alle assemblee che li riguardano vuol dire che è finito il rapporto di fiducia nei riguardi di chi difende i loro interessi (il sindacato)figuriamoci quali possono essere le loro aspettative nei confronti di una sinistra che una volta raggiunta la stanza dei bottoni ha subito supinamente le direttive del centro ex democristiano,e mi pare che localmente la situazione non sia molto diversa salvo una rara eccezione. Da qui bisogna ripartire,senza volare alto dalle piccole cose locali,on pò di sano pragmatismo non fa male,in fin dei conti Biella è una piccola realtà,cosa propone la nuova segreteria ai biellesi? In particolare,l'industria tessile è morta o quasi,la vita nei paesi è inesistente,la prossima primavera si andrà alle elezioni amministrative,quali sono le proposte del partito? Lasciamo agli intellettuali i voli pindarici,il cambiamento della vita avviene a piccoli passi localmente offrendo alternative e non portando il solito volantino ai cancelli delle fabbriche che non esistono più. Vladimiro
Ritratto di Anonimo

Non è finita nessuna esperienza comunista. Le basi sono le stesse MARX-ENGELS-LENIN-STALIN E MAO.
Ritratto di Anonimo

...e "Gramsci, Togliatti, Longo & Berlinguer"; Gianni&Pinotto, Toni Negri, Zagor, Fosco Giannini, Paolo Ferrero, il mio amico che non c'è più, Capitan Harlok, Peter Pan e pochi altri. Questi dove li mettiamo? ...e le masse operaie e contadine? ...e il proletariato, quello che in tutto il mondo doveva unirsi, perché aveva solo da perdere le catene? Ho le tasche piene di "santini" ma i miracoli sono rimandati! Saint-Just
Ritratto di Skin head  oi!

Canti no all eroina ma ti ammazzi di spinelli per la gioia dei fascisti che ci vogliono tranquilli- Sono d' accordo con quello che ha scritto il compagno sopra, questa forma di nuovo comunismo pacifico non mi attre per niente. Bisogna ritornare alle fonti, l' unica canna che ci serve è quella del fucile---------------------- Rash- Red and Anarchist Skin Heads
Ritratto di Anonimo

Sparare? Sì, una tipica passione piccolo borghese! Quelli per i quali bisognerebbe farlo preferiscono la pace. Alla guerra, qualsiasi guerra, amano andarci i borghesi frustrati, che cercano giustificazioni nelle ideologie, che hanno bisogno di autoconferme. La guerra (anche la guerriglia) la fanno quelli che hanno qualcosa da perdere perché possiedono qualcosa, la fanno i potenti. Noi che non abbiamo niente o quasi, noi che abbiamo poco da perdere, noi che non sappiamo se siamo comunisti ma ci sentiamo di esserlo, guardiamo in faccia gli avversari perché non li temiamo,perché lavoriamo nella storia, che non leggiamo attraverso la canna del fucile ma attraverso i bisogni collettivi e non le passioni individuali dei piccolo borghesi! Saint-Just
Ritratto di Anonimo

Porca vacca tutti incazzati questi giovanotti,però permettetemi Stalin e Mao,comunisti??????? allora aggiungerei anche Abimael Guzman Reynoso e Saloth Sar meglio conosciuto come Pol Pot.....fate un pò voi... Vladimiro
Ritratto di Anonimo

Sì, parlare di "comunismo" non è particolarmente interessante, perché varrebbe la pena di praticarlo! Ma quando lo si fa non può essere solo l'elenco dei "santini" o dei loro misfatti, c'é molto di più. Forse varrebbe la pena di fare qualche analisi, che non necessariamente si chiudono con i programmi elettorali. Ma davvero è così importante dedicarci al governo della cosa pubblica oppure alle istituzioni? non sarebbe meglio dedicare le nostre forze migliori per organizzare la "resistenza dal basso" al capitalismo e mettere in moto vertenze e lotte ovunque sia possibile? ...ed usare le istituzioni solo per rendere più facile questo obiettivo? Saint-Just
Ritratto di Teo

meglo andar in giro sani e puri a sprangare tutto quello che si muove e che non la pensa come te? la canna del fucile...ma come cazzo stai? la canna del fucile...cosa risolvi con la cannadel fucile? nulla! non credo che le canne ci rendano cosi tranquilli come dici tu sai...non sono le canne che ci fermano e che ci tengon buoni...non cec l'hanno mai fatta....mi pare che abbiamo più volte dimostrato di saper stare in strada nelle piazze...non proprio tranquilli...non saremo mai come i fascisti ci vogliono...a me pare che siate voi quelli che (almeno qui a biella) non fate un cazzo di niente, ma nulla nulla sai...rash rash rash...dove cazzo erano i rash quando c era iannone? mah... dove erano i rash quando abbiamo sputtanato gli autonomi nazionalisti?mah...dove erano i rash il primo maggio il 25 aprile alla commemorazione per dolcino e margherita? e potrei andare avanti ancora un bel po...dove cazzo sono questi rash? bla bla bla...ma con i blabla non andate da nessuna parte sapete? iniziate a fare qualcosa di pratico e concreto nella società in cui vivete...poi venite a sparar merda su di noi...altrimenti significa che invece che la canna del fucile siete solo alla canna del gas... teo
Ritratto di Skin head oi!

La guerriglia la fanno i potenti?!?? tUTTI POTENTI QUINDI , le Farc, il PKK, i compagni dei paesi baschi, sendero luminoso,i khmer rossi, tutti potenti che hanno o avevano da difendere enormi capitali, ma siamo fuori?, mi spiace ma vedo che la vostra analisi è molto confusa. Non stupisce che ormaì viviamo in un paese in cui i gloriosi compagni partigiani vengono messi sullo stesso piano dei giovani di Salò e non mi stupisce che sia stata creata una nuova giornata per commemorare i sedicenti martiri delle Foibe, Mi raccomando continuate a leggere i libri di Pansa tra un sorso di Jack Daniels e l' altro
Ritratto di Anonimo

Le Farc, hanno chiuso la loro stagione e hanno avviato una complessa riflessione (e in quanto compromessi con i poteri...); il PKK non fa più la lotta armata da molto tempo, perché l'ha scelto; i Kmer... erano un esercito, ora... dissolto; Sendero Luminoso non c'é più...; quella basca (che non è una guerra) è sempre meno fatta da compagni: ci sono profonde spaccature interne... Di cosa stai parlando? forse è meglio che ti informi evitando di vivere di vecchi ricordi. Le guerre, cammuffate o no, oggi sono altre e si combattono per tuttaltri motivi! Tutti dobbiamo rivedere le analisi, anch'io, (ma lascia stare il voi o il noi!) e mi sembra che anche tu ne abbia bisogno! Il Jack Daniel mi fa schifo, un po' meno di Pansa, che evito accuratamente di leggere. Non banalizzare, forse tra tante parole si possono dire anche cose serie che non si possono liquidare con una battuta! Saint-Just
Ritratto di Vale

Scusate la mia ignoranza ma chi sarebbero questi Autonomi Nazionalisti? Io conoscevo solo autonomi antifascisti appartenenti all' area no-global?
Ritratto di Luca

In effetti nessuno aveva la sfortuna di conoscerli fino a poco fa: un nuovo gruppetto della destra radicale di cui abbiamo scoperto l'esistenza per caso trovando su youtube un video trucido di una loro commemorazione di caduti della RSI a Graglia (ne avevamo parlato qui)

Luca

 

 

Ritratto di Vale

E poi scusa ancora una domanda, ma chi sarebbero gli Skin Head Comunisti RASH? Non sapevo che esistessero.... sono proprio ignorante @Luca by Vale PS: Grazie per la risposta sugli autonomi nazionalisti
Ritratto di Pino

Teo scrive che la canna del fucile non serve: Citazione del presidente Mao Zedong: Il potere politico nasce dalla canna del fucile, ora non dissertiamo su Mao che immagino già voi dite che non sia stato comunista come Lenin, Stalin , Trotzki,Zinoviev, Bucharin, Nin, Dolores Ibarruri, Ruben Ibarruri che immagino consideriate oltre che non comunisti appartenenti al passato, vabbè nessun comunista , a quel punto però per coerenza dovreste chiamarvi giovani progressisti al limite visto che di ogni compagno che ha fatto la storia del socialismo pur con i suoi errori(Mao,, Lenin, Stalin,Guzman, Pol Pot e altri) volete cancellarne la memoria. Non prendetevela a male ma io di Comunista non vedo niente se si negano questi fondamenti, sul fatto che vi impegnate per diverse buone cause come l' antifascismo, l' accoglienza dei migranti, l' impegno per i diritti GLBT non c' è dubbio e vi apprezzo ma non capisco questa voglia di rimuovere un comunismo ritenuto antico e la ricerca di un nuovo comunismo.... Non fatevi ingannare ma studiate e approfondite personalmente ..... Con rispetto Pino
Ritratto di Pino

Teo scrive che la canna del fucile non serve: Citazione del presidente Mao Zedong: Il potere politico nasce dalla canna del fucile, ora non dissertiamo su Mao che immagino già voi dite che non sia stato comunista come Lenin, Stalin , Trotzki,Zinoviev, Bucharin, Nin, Dolores Ibarruri, Ruben Ibarruri che immagino consideriate oltre che non comunisti appartenenti al passato, vabbè nessun comunista , a quel punto però per coerenza dovreste chiamarvi giovani progressisti al limite visto che di ogni compagno che ha fatto la storia del socialismo pur con i suoi errori(Mao,, Lenin, Stalin,Guzman, Pol Pot e altri) volete cancellarne la memoria. Non prendetevela a male ma io di Comunista non vedo niente se si negano questi fondamenti, sul fatto che vi impegnate per diverse buone cause come l' antifascismo, l' accoglienza dei migranti, l' impegno per i diritti GLBT non c' è dubbio e vi apprezzo ma non capisco questa voglia di rimuovere un comunismo ritenuto antico e la ricerca di un nuovo comunismo.... Non fatevi ingannare ma studiate e approfondite personalmente ..... Con rispetto Pino
Ritratto di Anonimo

C'è evidentemente un equivoco. E se fosse come dice Pino avrebbe ragione a criticarci. Credo di poter dire che nessuno voglia rinnegare o "cancellare la memoria" di chi ha fatto la storia del socialismo e del comunismo, saremmo degli sciocchi... Nella foga delle contrapposizioni verbali di un blog si rischia di trasformare il confronto in slogan contrapposti. Lo sforzo, forse in alcuni casi un po' ingenuo , è quello di riprendere il metodo di Marx liberato dalle tentazioni idealiste della cultura borghese dalle quali nessuno è immune (nemmeno Lenin!), quelle cioè che pongono un'idea, anche buona, davanti e sopra l'analisi della realtà, quella realtà che appunto produce le idee... Conoscere perché, come e chi ha tentato la contruzione di un processo storico così importante è indispensabile, come lo è capire come e perché ha prodotto quei tipi di società e il loro fallimento. Quello che mi pare inadeguato però è cercare delle risposte alla nostra incapacità di incidere nella società contemporanea o di costruire un processo profondo di cambiamento o di fare la rivoluzione nelle politiche dei grandi della storia del socialismo e del comunismo. Tutto va riposizionato e relazionato con la realtà della fase presente e liberato dagli immobili consolatori idealismi! ...e poi non possiamo essere "una chiesa" che espone i suoi "santini",...lasciamolo fare a chi ha fede, noi cerchiamo di utilizzare la ragione, senza facili scorciatoie! Quindi nessuna rimozione del comunismo ma ri-lettura e una nuova scrittura! marco
Ritratto di Fatima

Scusate ho visto il lugubre video degli autonomi nazionalisti, ma sono rimasta perplesso su una cosa...... quando l' oratore pronuncia dei nomi i personaggi rispondono PRESENTE! Io mi ricordo che sono stata a diverse riunioni di un partito comunista extra-parlamentare in cui le persone rispondevano Presente! alzando il pugno chiuso rispondendo all' appello fatto dal segretario di partito, ma allora sto presente! è un saluto che i fascisti hanno copiato? Grazie a chi sarà in grado di rispondermi
Ritratto di Anonimo

Non so quali strani partiti comunisti extraparlamentari hai frequentato (forse volevi dire gruppi extraparlamentari), non mi è mai capitato pur avendone frequentati parecchi! ma presumo che il "presente" di quelle riunioni fosse un appello, come quelli scolastici, per esprimere "un voto palese" ad un documento o altra votazione. Quello dei fascisti è un saluto di commemorazione, una chiamata alla guerra e una risposta "maschia" e voluttuosa: una procedura che risale ai tempi di quel coglioncello di Mussolini, una manifestazione per gli eroi combattenti ...e come dice Bertold Brecht "...maledetto il mondo che ha bisogno di eroi"! Saint-Just
Ritratto di Jesus

Auguri per il campeggio!
Ritratto di Nino

Auguri per il campeggio divertitevi e statemi bene
Ritratto di Anonimo

Viva la vita!