Legge 30, la sfida di Rifondazione. Intervista a Franco Giordano

«Cambi radicali o non votiamo sul welfare». «Questo esecutivo è inaffidabile, ha ragione Epifani. Il ministro Damiano non si accorge di quanto è soddisfatta Confindustria?»

Intervista al segretario di Rifondazione Comunista Franco Giordano da www.corriere.it

ROMA —Onorevole Giordano, confessi, l'uscita di Francesco Caruso ha indebolito la posizione del Prc. Il ministro Cesare Damiano, ma non solo lui, critica in un'intervista al Corriere della Sera la manifestazione del 20 ottobre... «L'ho detto e lo ribadisco: le parole di Caruso sono incompatibili con la nostra cultura politica. Lo ha compreso anche lui, tant'è vero che ha cercato di rettificare, si è scusato e si è autosospeso dal gruppo parlamentare. Detto questo, nel dibattito che si è aperto su quelle esternazioni sbagliate sono emerse molte posizioni che non possono essere condivise».

Scusi!? «Ci sono state delle prese di posizione strumentali, inclusa quella di Damiano, che puntano a delegittimare la manifestazione del 20 ottobre. Non so che ambienti sociali frequentino il ministro Damiano, e quelli che, come lui, menano vanto delle politiche che il governo ha attuato in materia di precarietà e sicurezza del lavoro... Io so solo che c'è un malessere sociale profondo».
Ma Damiano vi ricorda che nel programma dell'Unione non è prevista l'abrogazione della legge Biagi... «In quel programma c'è un giudizio nettamente negativo sulla legge 30. È inutile che Damiano e altri tentino di dire che il giudizio su quella normativa era un altro. Basta con la politica dei piccoli aggiustamenti. Quella legge va cambiata, e cambiata radicalmente ».
Altrimenti non voterete il protocollo sul Welfare, giusto? «Lo abbiamo detto. Come abbiamo anche detto che siamo contrari anche all'esito della vicenda dello scalone».
Giordano, ma voi state al governo. Ogni tanto sembra che ve lo dimentichiate. «Io invece penso che Damiano e quelli come lui dimentichino che, dopo la conclusione della vicenda dello scalone e di quella del mercato del lavoro, si sono create grandi tensioni con e tra i sindacati, mentre Confindustria ha mostrato tutta la sua soddisfazione. Bel risultato per un governo di centrosinistra ».
E intanto Damiano vi ricorda anche che il governo attua il programma dell'Unione, non quello del Prc. «Tutte le affermazioni di Damiano sulla lotta al precariato in rapporto al programma dell'Unione non sono supportate da dati concreti. In quel programma avevamo scritto che la forma normale di lavoro doveva essere quella a tempo indeterminato. Ebbene, nonostante tutti i piccoli, seppur significativi, aggiustamenti fatti dal governo siamo ben lontani dall'obiettivo che ci eravamo dati ».
Giordano, non siete mai contenti. Anche il segretario della Cgil ha firmato il protocollo sul mercato del lavoro. «Lo ha firmato con riserva. E a questo proposito vorrei ricordare che è stato proprio Epifani a dire che questo governo è inaffidabile. Ci credo. Su questo terreno si è deciso di darla vinta a Confindustria».
Viene da chiedersi perché stiate ancora in un governo inaffidabile che si fa dettare la linea dalla Confindustria. «Ci stiamo perché abbiamo firmato un programma e intendiamo portarlo a compimento. E la grande manifestazione del 20 ottobre serve anche a questo. Perché in Italia si è creata una situazione pericolosa: settori significativi e maggioritari del mondo del lavoro sono ormai rimasti senza rappresentanza politica».
Scusi, ma i Ds sono pur sempre un partito di sinistra. Si presume che porteranno il loro bagaglio culturale anche nel Partito democratico. «Il Pd, come dice Ciriaco de Mita proprio sul Corriere della Sera, è un partito neocentrista. In Italia le forze della sinistra maggioritaria, i Ds, insomma, non sono state capaci, com'è invece avvenuto nel resto dell'Europa, di dare vita a un'opzione socialdemocratica, che, seppur moderata, si rapporta con il mondo del lavoro».
E questa rappresentanza vorreste darla voi di Rifondazione? «La darà il grande soggetto unitario e plurale della sinistra che parteciperà alla manifestazione del 20 ottobre».
Veramente un pezzo della Cosa rossa sembra perplesso. Il leader della Sinistra democratica, Fabio Mussi, ha fatto capire che non vuole scendere in piazza. «Confido che ci sia abbastanza tempo per trovare unità».
Lei confida, intanto voi della sinistra cosiddetta radicale sembrate emarginati. «Io non nego che ci sia un tentativo di cambiare la natura di questo governo cambiando le gerarchie all'interno della coalizione».
Giordano, sta dicendo che vuole più potere per il suo partito? «Di questa materia noi, al contrario del Pd, non siamo esperti. Sto dicendo un'altra cosa, che emarginando noi non ci sarà più chi darà rappresentanza all'istanza del mondo del lavoro».
Ciò detto, dovrete chinare la testa, pena la caduta del governo. «Ciò detto, riapriamo una grande stagione di conflitto sociale... e il Parlamento non potrà non tenerne conto al momento del voto dei provvedimenti sullo scalone e il mercato del lavoro».