UNA PROPOSTA SERIA PER LA LEGGE ELETTORALE

ARTESIO (FDS) - PDL ELETTORALE: INTRODUZIONE DELLA DOPPIA PREFERENZA (DI CUI ALMENO UNA FEMMINILE), QUOTA DI GENERE DI 1/3, PARI PRESENZA NEI PROGRAMMI DI COMUNICAZIONE POLITICA  

La fotografia delle nostre assemblee elettive registra, in ogni consultazione elettorale, un forte disequilibrio della rappresentanza e, laddove coalizioni prevalentemente di sinistra e centro-sinistra intendano perseguire riequilibri della rappresentanza, si ricorre ai meccanismi della cooptazione, ad esempio con le nomine nelle giunte di assessore esterne.



Molte le analisi possibili su questa perdurante asimmetria: i meccanismi della competizioni elettorali esasperati sul piano della preferenza unica, delle campagne d’immagine e delle spese connesse; la minore propensione alla promozione di sé nonostante le relazioni di genere possano dare forza; meccanismi elettorali che non consentono l’espressione diretta della preferenza dell’elettore e subordinano alle selezioni interne ai partiti … il fatto è che la realtà sociale per come oggi si manifesta non è rappresentata nelle assemblee elettive: le donne sono più della metà del cielo; sono scolasticamente e professionalmente in maggioranza in molti settori (seppur con trattamenti differenziali nei salari e nelle carriere); sono come sempre i soggetti della conciliazione e i referenti della mediazione tra bisogni familiari e dimensione sociale…. eppure sono minoritarie nella presenza delle liste elettorali e nei risultati delle elezioni.

Mentre procede il lavoro di tutte, nelle associazioni e nella politica, per promuovere la partecipazione delle donne e la relazione di genere, occorre almeno intervenire con strumenti formali sul disequilibrio della rappresentanza. Questo è lo scopo della legge che prevede:

 1) l’introduzione della facoltà di esprimere una doppia preferenza per l’elezione dei consiglieri regionali, di cui una deve riguardare un candidato di genere maschile e l’altra un candidato di genere femminile

2) una vera e propria azione di gender based, in quanto impone ai partiti politici di attribuire rilevanza al fattore “genere” nella presentazione delle liste elettorale e di candidare obbligatoriamente una predeterminata percentuale di uomini e donne, “in ogni lista nessuno dei due sessi può essere rappresentativo in misura superiore ai 2/3 dei candidati”.

3) “in occasione delle elezioni regionali, i soggetti politici devono assicurare la presenza paritaria di candidati di entrambi i generi nei programmi di comunicazione politica offerti dalle emittenti radiotelevisive pubbliche e private e, per quanto riguarda i messaggi autogestiti previsti dalla vigente normativa sulle campagne elettorali, devono mettere in risalto con pari evidenza la presenza dei candidati di entrambi i generi nelle liste presentate dal soggetto politico che realizza il messaggio” mirando a porre le candidature femminili sullo stesso piano di partenza di quelle maschili senza però intervenire sulla composizione delle liste elettorali.

La legge prende spunto dalla legge elettorale campana. Nella prima applicazione pratica (elezioni regionali 2010) le donne elette al Consiglio Regionale della Campania sono passate da due a quattordici su sessanta (dal 3,35 al 23,3%).

La legge (prima firmataria Eleonora Artesio) è stata sottoscritta da tutte le consigliere di minoranza: Mercedes Bresso, Monica Cerutti, Giuliana Manica, Angela Motta e Gianna Pentenero.

 

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