ASSESSORE ALLA SANITA'

Cota ha nominato il nuovo assessore alla sanità, dopo che la precedente è stata costretta alle dimissioni per tangenti, viene scelto quello che era stato nominato direttore generale, Paolo Monferrino, un tecnico di indubbie capacità nel gestire una fabbrica di camion.

QUESTA E' LA CONSIDERAZIONE DELLA SANITà CHE HA LA GIUNTA COTA.

Una azienda non erogatrice di servizi dove il cittadino viene prima di tutto e dove per forza di cose non si possono fare utilili come una azienda di camion, dove la sensibilità deve essere diversa dal giudicare un pistone, dove la politica deve prevalere sulla parte tecnica per evitare scelte che vadano a scapito dei cittadini, dove il rapporto col personale, sopratutto nei numeri non può essere paragonabile a una catena di montaggio, ma LA GIUNTA COTA PARAGONA LA SANITA' CON UN CAMION E CONSIDERA I CITTADINI UTENTI MERCE DA SPREMERE.

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Ritratto di valter clemente

MONFERINO ASSESSORE, LE MANI DI CONFINDUSTRIA SULLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
 

 

“Non c’è stupore nella nomina di Monferino ad assessore. A lungo ventilata non solo perché era annunciata, ma perché coerente con una politica che, incredibilmente per la sua storia di partito popolare, la Lega, a piccoli passi, persegue nella pubblica amministrazione. Ovvero consegnare le chiave all’imprenditoria privata e forse anche al suo sistema finanziario”, sottolinea Eleonora Artesio, capogruppo regionale della Federazione della Sinistra.

 

“La fideistica aspettativa riposta in Marchionne per la conferma degli investimenti su Mirafiori (più ingenua e disarmante di quanto registrata negli altri vertici istituzionali), le visite congiunte a Detroit, la nomina in altre direzioni regionali di uomini di Confindustria, la scelta di alcuni commissari di Asl da quegli ambienti e ora la responsabilità politica diretta ad un uomo Fiat.

“Non stupisce -  basterebbe leggere il documento della presidente Marcegaglia al Ministro Fazio - che il mondo privato voglia entrare a piedi giunti nella gestione dei servizi pubblici essenziali; quando i mercati non tirano ce n’è uno che continua a crescere ed è quello dei bisogni delle persone, di salute in primo luogo. Di qui l’interesse di Confindustria sulla sanità ben espresso in quel documento di Marcegaglia. Stupisce che a traghettare politicamente quel disegno sia un presidente della Lega che si riempie continuamente la bocca della “gente con tre g” e la “gente” mediamente non è un amministratore delegato”.

“A Monferino e a quel mondo Cota consegna la sua “rivoluzione” in sanità, quello che spaccia per risanamento ed è mero ridimensionamento al ribasso delle prestazioni, quello che chiama rapporto pubblico/privato ed è uno scambio tra qualche sconto nei contratti e un credito che la sanità privata prima non aveva: ne sono esempio l’apertura ai laboratori privati di alcuni controlli sanitari sui lavoratori e l’annullamento delle regole sulla mobilità interregionale, tutto a favore dei gestori delle strutture private”.

“Non scandalizza Monferino come persona, scandalizza l’alleanza politica di Cota. E’ chiaro che non prevarranno gli interessi della gente, ma quelli di una presunta managerialità in sanità che, per meno spendere, farà più spendere alle persone e aprirà maggiori spazi all’ingerenza privata”.

Torino, 3 agosto 2011