POI TOCCA ALL'ITALIA

HANNO SPEZZATO LE RENI ALLA GRECIA

Atene ottiene i miliardi necessari per aggiustare i suoi conti ma in cambio deve cedere la sovranità politica. La troika sarà installata in modo permanente a fianco del Governo ellenico. E' il risultato della lunga maratona di stanotte a Bruxelles dove hanno prevalso i paesi del Nord Europa raccolti intorno alla Germania. Il ricatto dell'Ue peserà totalmente sulle prossime elezioni. L'euro si impenna sui mercati asiatici.
Con la contribuzione del settore privato e pubblico il rapporto debito/pil della Grecia, oggi al 160%, arriverà al 120,5% nel 2020. I 130 miliardi di euro saranno versati entro il 2014, e saranno distribuiti tramite l'Efsf, in attesa che il Fmi decida a marzo sulla sua parte che l'Eurozona spera sarà significativa. La Grecia sarà monitorata ed assistita durante tutto lo svolgimento del programma di tagli e riforme, per questo Ue-Bce-Fmi si installeranno in modo permanente nel Paese. Inoltre, per essere sicuri che Atene non sia insolvente sulle sue future emissioni, metterà gli interessi su un conto bloccato monitorato sempre dalla troika. Anche la Banca centrale parteciperà al piano di aiuti distribuendo alle banche centrali nazionali i profitti sui bond greci nel suo portafoglio, a loro volta le banche centrali li verseranno agli Stati dell'Eurozona che hanno acconsentito a versarli alla Grecia nell'ambito del piano di riduzione del suo debito. E anche le stesse banche centrali che detengono bond greci rinunceranno fino al 2020 ai profitti, per cederli alla Grecia ed alleviare il suo debito dell'1,8%. L'accordo con i privati (Psi) prevede un taglio nominale del 53,5% sui titoli in portafoglio, che saranno scambiati (swap) con titoli a più lunga scadenza e che avranno una cedola del 3% fino al 2014, 3,75% fino al 2020 e 4,3% dopo il 2020. Lo swap dei titoli partirà nelle prossime settimane, è volontario, ma l'Eurozona si aspetta una partecipazione vicina al 90%. Gli Stati dell'Eurozona hanno acconsentito ad abbassare in modo retroattivo gli interessi sui prestiti concessi ad Atene nel 2010, nell'ambito del primo programma. Questa mossa consentirà di ottenere 1,4 miliardi di euro che andranno a tagliare il debito ellenico del 2,8%.
I nuovi 130 miliardi li sborseranno soprattutto gli stati membri dell'Eurozona. Ma il presidente della Bce Mario Draghi sottolinea i due aspetti politicamente più sensibili: i partiti greci dovranno dare sostegno agli impegni presi stanotte dal primo ministro Lucas Papademos e dal ministro delle Finanze Evangelos Venizelos e la messa in atto del programma dovra essere "correttamente monitorata". La troika Ue-Bce-Fmi, che negli ultimi due anni andava a controllare la situazione con missioni ogni tre mesi, sarà ad Atene in permanenza. Di fatto è una vittoria dei 'falchi' del nordeuropa, che non si fidavano più delle promesse della politica greca. La Germania che aveva parlato per prima della necessità di un 'commissariamento' di Atene, nelle settimane scorse aveva ammorbidito i toni. Ma è stata l'Olanda a fare la faccia feroce fino all'ultimo, con il ministro De Jager che ha chiesto la troika permanente entrando in riunione e alla fine l'ha ottenuta. Il timore è che gli impegni presi dal governo Venizelos, sostenuto dai socialisti del Pasok e dai conservatori di Nuova Democrazia, possano venire disattesi dal governo che uscirà dopo le elezioni del prossimo aprile. Ma l'Eurogruppo ha preso le contromisure: l'erogazione del nuovo piano di aiuti avverrà in due anni, fino al 2014.
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