CAMBIANO LA COSTITUZIONE

LE PRIMARIE PER SCEGLIERE IL MACELLAIO. QUESTA E’LA LORO DEMOCRAZIA

Non parlerò delle primarie di Palermo, dell’istituto da riformare, e delle polemiche che questo voto determinerà. Parlerò invece del resto. Di quello che sta avvenendo oggi alla Camera dove inizierà l’iter per l’approvazione definitiva dell’inserimento del vincolo di bilancio in Costituzione. Alla prima votazione PD, IDV, LEGA e PDL in maniera compatta hanno votato per inserire questa norma negando così la possibilità del referendum popolare. In Italia fu Quintino Sella, lo stesso che si inventò la tassa sul macinato ad inserire questa norma nell’ordinamento. Le conseguenze furono devastanti. Fame e rivolte sociali in nome dell’ideologia liberista caratterizzarono i decenni successivi. Se passa questa norma (e noi faremo di tutto per non farla passare) la Costituzione sarà stravolta. Noi saremo una Repubblica fondata sul pareggio di bilancio e non più una Repubblica fondata sul lavoro, sui diritti sociali. Fine della democrazia sociale nata dalla resistenza. Si dirà che comunque la Costituzione non è stata rispettata, vero, ma da domani non si potrà dire più nemmeno questo.  Alcuni giorni fa inoltre, sempre nel disinteresse generale, il Governo Monti ha terminato il lavoro iniziato con il Governo Berlusconi sotto la regia di Giorgio Napolitano. L’Italia senza opporre nessun veto ha firmato il Fiscal Compact, che riassumendo vuol dire una super finanziaria da 800 miliardi e la recessione certa per venti anni. Evito di tediarvi con le altre cose che questo patto determinerà rispetto alle riforme strutturali sul lavoro, o alla nostra sovranità nazionale che sarà ceduta a riunioni intergovernative, tecnocrati e commissari. Un bel panino insomma, da un lato  il vincolo esterno del Fiscal Compact, dall'altro il vincolo di bilancio in Costituzione, noi saremo la carne che i mercati azzanneranno. Sulle cose che contano non si può decidere,  l’unica cosa che è rimasta al popolo italiano è la scelta del macellaio. Lo faremo con le primarie, è il nuovo che avanza...

FRANCESCO PIOBBICHI

Caro Pierluigi, caro Antonio,

Vi scrivo questa lettera perché domani riprenderà l'iter parlamentare della modifica dell'articolo 81 della Costituzione relativo al pareggio di bilancio. Si tratta di una norma assai rilevante che avrà grandissime ripercussioni sul paese e sulla vita dei cittadini e delle cittadine italiane. Una volta inserito l'obbligo del pareggio di bilancio in Costituzione, questo resterà infatti in vigore per i prossimi decenni.

So che su questo tema abbiamo pareri opposti: voi concordate con questa norma, io la considero un errore drammatico. Non è però di questo che voglio parlarvi. Non penso che sarebbe sufficiente una lettera aperta per convincervi a cambiare opinione in merito alle politiche neoliberiste che ci hanno portato alla crisi e che questa norma vuole addirittura inserire in Costituzione.

Vi scrivo per un problema di democrazia. Questa modifica costituzionale è assai rilevante e la saggezza dei nostri padri costituenti ha previsto che le modifiche costituzionali possano essere sottoposte a referendum confermativo. Il punto è che le modifiche costituzionali possono essere sottoposte a referendum confermativo solo se non sono espressione in parlamento di una maggioranza che superi i due terzi dei parlamentari.

Oggi le forze politiche in Parlamento – anche in virtù di una sciagurata legge elettorale – sono pressoché completamente favorevoli a questa modifica . Non è detto che sia così nel paese.

Per questo vi chiedo di salvaguardare la possibilità che forze politiche e sociali esterne al parlamento possano misurarsi con la possibilità di raccogliere le firme per sottoporre a referendum questa modifica costituzionale. Vi chiedo quindi di lasciare al popolo italiano la possibilità – se emergerà una volontà in tal senso – di esprimersi su questa modifica attraverso un referendum popolare. Mi pare un elementare principio di democrazia visto che, nelle campagne elettorali che hanno portato all'elezioni di questo parlamento, non è mai stato proposto dalle forze politiche la costituzionalizzazione del pareggio di bilancio.

Non vi chiedo quindi di modificare il vostro voto positivo a questa modifica costituzionale ma mi appello a voi affinché il numero di parlamentari che approva questa norma non raggiunga i due terzi del totale, in modo da non rendere impossibile l'attivazione delle procedure per sottoporre a referendum popolare la modifica della Costituzione stessa.

Mi rivolgo a voi perché – al di la delle differenze politiche che abbiamo - sono certo che i temi della difesa della democrazia e della sovranità popolare non vi lasciano indifferenti.

Un caro saluto, Paolo Ferrero Segretario nazionale - Rifondazione Comunista – Federazione della Sinistra

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