ESODATI NEL MARE DELL'INDIFFERENZA PARLAMENTARE

Esodati, mentre il Governo gioca ancora con i numeri la maggioranza fa finta di niente. Prc: "Vittime del fiscal compact"


Venerdì prossimo a Montecitorio il ministro del Welfare, Elsa Fornero, incontrerà di nuovo i membri della commissione Lavoro della Camera dopo che la Ragioneria generale dello Stato ha bocciato la proposta di legge sugli esodati. Ma su tutta la partita il caos regna sovrano. Il Governo gioca a carte coperte e la realtà potrebbe essere più amara di quanto è venuto fuori fino a questo momento. Ieri si è raggiunto il ridicolo. Da una parte il ministro che dichiarava di non avere il numero degli esodati perche' l'Inps non glielo aveva fornito e dall’altra il presidente dell’Inps Mastrapasqua che diceva di non aver ricevuto nessuna richiesta in proposito. 

A giudizio di Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione comunista, "gli esodati sono la prima vittima del Fiscal Compact, il demenziale trattato votato in Parlamento dalla maggioranza alcune settimane fa".
"Infatti - spiega nella nota il leader del Prc – nelle motivazioni della ragioneria per bloccare ogni soluzione viene invocato proprio la necessità di rispettare il Fiscal Compact. Gli italiani probabilmente non sanno che il Fiscal Compact prevede 45 miliardi di tagli, oltre al pareggio di bilancio, per i prossimi 20 anni. Una misura folle che demolirà l'economia italiana e che ha già fatto oggi la prima vittima: gli esodati". Anche il Prc se la prende con la maggioranza che appoggia il Governo Monti. "Vergognoso - dice ancora Ferrero - che la maggioranza che sostiene Monti, prima voti il Fiscal Compact - Pd compreso – e poi faccia finta di non sapere gli effetti delle proprie azioni.Per questo, venerdì - conclude - presenteremo un referendum contro la legge sulle pensioni: per difendere sul serio gli esodati e per far saltare il Fiscal Compact".

Cosa dice la maggioranza?

Il portavoce del Pd Luigi Bersani dice: “Il Governo deve dire qualcosa”. Il presentatore della proposta di legge cassata dalla Ragioneria, Cesare Damiano, sentenzia: “100 milioni non sono sufficienti”. Inizia quindi un indecoroso tira e molla sulla pelle dei lavoratori.

Fabio Sebastiani

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