LA NARRAZIONE DI UN NARRATO

 

Lettera a Niki Vendola

 

Caro Niki

 

sono venuto sabato sera (27 ottobre 2012) a sentire la tua “comunicazione pubblica” alla Camera del lavoro di Biella.

Ti scrivo queste poche considerazioni nell'illusione che tu possa leggerle.

Avrei voluto parlarti direttamente, ma non hai dato spazio a nessun dialogo, come Grillo, come Berlusconi.

Il metodo non mi piace, anche se tu usi correttamente il riferimento alla collettività e loro parlano solo in prima persona, l'uno, o dei propri interessi spacciandoli spudoratamente come salvifici per la Nazione, l'altro.

La comunicazione a senso unico non mi piace!

Che tu fossi un gran affabulatore lo sapevo già, ma sentirti parlare è sempre affascinante.

La tua “narrazione” è insieme una lezione di filosofia della politica e stimolo culturale forte.

Sostanzialmente però hai detto, sulle contraddizioni e limiti della sinistra, quello che anch'io conosco e credo tutti i presenti di sabato sera sapessero.

Ma tu lo hai raccontato meglio, molto meglio, con particolari e citazioni pertinenti e detti che rafforzano il convincimento personale.

Quando dici che in Italia ci sono due sinistre, anch'io sono d'accordo.

Una incapace di proporre cose alternative che si appiattisce sull'idea della governabilità dell'esistente pensando che basti cambiare il guidatore perché il convoglio Italia vada bene.

Anche su questo sono d'accordo.

L'altra è quella dell'alternativa, probabilmente utopistica, che sogna un altro mondo possibile, una democrazia diffusa , e partecipata, uno sviluppo sostenibile, la salvaguardia del territorio,la giustizia sociale, il lavoro per tutti, la valorizzazione delle potenzialità e della dignità di ciascuno, la pace universale.

Questa seconda sinistra, minoritaria e frammentata, non puoi liquidarla come solo ideologica, che si consola guardando le sue bandiere, (una volta si diceva rimirarsi l'ombelico) non è giusto e rispettoso. Perché i sogni altrui non sono meno legittimi e dignitosi dei tuoi.

E poi tu questi sogni li hai condivisi per tanto tempo anche se poi hai maturato altre scelte.

Le proprie radici non si misconoscono perché si pregiudica il futuro, come ben sai. Non puoi nemmeno affermare la necessità di unità a sinistra con una pratica “ad exscludendum” di chi non aderisce ai tuoi canoni.

Quando ti ribelli ai contenuti antipopolari dell'agenda Monti sei credibile. Lo sei meno quando pensi di coalizzarti con chi queste scelte le ha avvallate e votate. Anche perchè, non dici come pensi di gestire questa possibile coalizione di governo che smentisce la tua considerazione iniziale negativa in quella sinistra appiattita sulla “ governabilità”, espressa con riforme minime che non intaccano affatto il “ Sistema”.

L'altro aspetto che mi rattrista è che affermi cose tanto giuste quanto già condivise dal tuo uditorio, dai forza a concetti di principio che strappano applausi dici cose che gli ascoltatori amano sentire perché sono anche le proprie.

Non è “captatio benevolentiae”?

Infine da un politico molto apprezzato ci si aspetta che suggerisca metodi utili per conquistare le cose dai contenuti alternativi illustrate. Invece no!!!

La lezione si ferma sulla soglia della proposta di praticabilità.

Peccato !!

 

cordialmente

Alberto Fappani