GUERRAFONDAI

CONTRO LA POLITICA GUERRAFONDAIA DELL’OCCIDENTE

NO ALLE ARMI AI CURDI IRACHENI

 

Le Commissioni Esteri e Difesa del Parlamento italiano hanno in fretta e furia deciso la fornitura di armi ai curdi iracheni. Si tratta dell’ennesima distribuzione di strumenti di morte nel Medio Oriente, nella quale il nostro paese è tra i primi della fila: l’Italia fornisce per esempio ad Israele il 41% degli armamenti europei, compresi aerei da addestramento: l’industria bellica nostrana non è in crisi.

 

Le stremate popolazioni del Medio Oriente continuano a subire le conseguenze della spartizione coloniale operata dalle grandi potenze dopo la prima guerra mondiale: con riga e squadra furono inventati di sana pianta stati, come l’ Iraq e la Libia, per facilitare lo sfruttamento delle loro risorse naturali.

 

Di volta in volta sono stati considerati “amici” e conseguentemente armati, o “nemici” e quindi bombardati, o messi gli uni contro gli altri, come Iran e Iraq negli anni ’80.

Al vecchio motto latino “dividi e impera” si è sostituito dopo l’11 settembre il più sbrigativo “distruggi e impera”.

Paesi sviluppati laici e ricchi come Iraq e Libia sono stati riportati al Medio Evo, colpevoli di non essere abbastanza proni ai desideri del mondo occidentale.

 

Il ministro Mogherini, ansiosa di far carriera in Europa, come da ordini EU, che prende ordini dagli USA ,è pronta ad inviare armi ai curdi iracheni contro l’esercito dello Stato Islamico: ma lo stesso ISIS è stato più o meno direttamente foraggiato dall’Occidente in funzione anti-Assad in Siria, e ora che è “sfuggito di mano” invece di interrompere questo legame si armano gli avversari, i curdi iracheni (che tra l’altro, nel grande gioco geopolitico, da quando sono semi-indipendenti, forniscono petrolio a Israele). C’è chi sostiene che in caso di escalation l’eventuale invio di forze Nato in Iraq avrebbe il secondo fine di riprendere l’intervento contro Assad.

 

Mentre i pacifisti nostrani tacciono il cardinale Filoni, inviato papale, chiede a gran voce l’intervento ( “è un dovere morale”) contro la”pulizia etnica”, mentre i massacri di cristiani e yazidi vengono “sbattuti in prima pagina” esagerando le cifre e i particolari macabri.

 

E’ invece reale la pulizia etnica che il popolo palestinese subisce da più di 60 anni, e a cui continua coraggiosamente a resistere, anche se questo non fa agitare né l’Europa né i pacifisti di professione (perché non è stata armata Hamas o non sono stati compiuti raid su Israele per fermare le stragi a Gaza?).

L’efferata operazione “Cintura Protettiva” scatenata a luglio da Israele contro la Striscia, pur facendo oltre 2000 morti e oltre 10000 feriti, non ha raggiunto l’obbiettivo: anche se a caro prezzo, la Resistenza non è stata piegata e continua ad essere di sprone ed esempio per chiunque si batta contro l’oppressione.

 

Solo l’interruzione dei flussi di armamenti dall’Occidente al Medioriente, la riappropriazione delle risorse del territorio e una reale autodeterminazione (nelle forme che ciascuno si sceglierà: stato indipendente, federazione o altro) potranno garantire pace e giustizia in quelle martoriate regioni.

 

 

FUORI I MERCANTI DI MORTE OCCIDENTALI DAL MEDIORIENTE!

PER L’AUTODETERMINAZIONE DEI POPOLI!

A FIANCO DELLA RESISTENZA PALESTINESE!

 

 

Collettivo Boycott Israel – per uno stato unico in Palestina (boycottisrael2012@libero.it)

 

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