CAMBIAMO IL SISTEMA

°°°°°

APPELLO

Costruire assieme il cammino verso (e oltre) Parigi 2015

Cambiamo il sistema, non il clima!

Roma / 14 marzo 2015 / h.14

c/o Cso La Strada Via F.Passino 24 - Fermata Metro B Garbatella

Perchè Parigi

Dal 30 novembre all’ 11 dicembre 2015 si terrà a Parigi la 21° Conferenza delle Parti Onu sui Cambiamenti climatici. A 6 anni di distanza dal vertice di Copenaghen, è la prima volta che finalmente l'attenzione sarà di nuovo concentrata sull'emergenza climatica. A Parigi verrà siglato con ogni probabilità l'accordo globale sul clima destinato nel 2020 a prendere il posto di Kyoto; accordo che rischia di essere una scatola vuota, e che tocca ai singoli governi riempire con impegni vincolanti ed azioni coerenti.

Si tratta di una importante occasione per rimettere con forza al centro dell'agenda politica nazionale i temi che riguardano il modello di gestione delle risorse, la tutela ambientale, i diritti delle comunità, la sovranità di queste ultime sul territorio e, più in generale, il sistema economico nel suo insieme.

In Italia

Il tema dei cambiamenti climatici è un tema globale ma con ricadute drammatiche a livello locale ed è strettamente connesso alle battaglie in difesa del territorio che si stanno giocando nel nostro paese. A partire dai conflitti sociali innescati dal decreto Sblocca Italia, contro estrazioni petrolifere in terra e in mare, mega infrastrutture dall'indubbio impatto ma dalla dubbia utilità, incenerimento, privatizzazioni, etc.

Alla vertenza nazionale contro il decreto del governo Renzi vanno aggiunte diverse altre esperienze e temi, come le battaglie contro il carbone o le infrastrutture energetiche e militari, i poli produttivi contaminanti ai quali si continua a concedere possibilità di inquinare mettendo a rischio la salute delle comunità, le vertenze per le bonifiche e quelle per il risanamento del territorio dal dissesto idrogeologico, per citare le principali.

In generale la devastazione e il rischio ambientale imposti alle comunità sono fattori su cui si regge il sistema economico dominante. Tutto ciò è quanto mai evidente nella pressione lobbistica nel corso dei negoziati per il TTIP (Trattato di Partenariato Transatlantico su commercio e Investimenti) in favore delle tecniche estrattive non convenzionali, degli OGM, delle privatizzazioni, delle fonti fossili. Ugualmente, se da un lato l’opposizione al Jobs Act è affermazione dei diritti del lavoro, dall’altro, ricatto occupazionale e crisi economica sono la scusa utilizzata dal governo Renzi per imporre con lo Sblocca Italia un vecchio e devastante modello di sviluppo. Una nuova opzione politica dal basso non può prescindere dunque dall’esigenza di una riconversione del modello produttivo nei termini di un lavoro che sia sostenibile dal punto di vista ambientale oltre che garantito nei diritti. Le politiche di austerità stanno imponendo all’ambiente oltre che ai popoli europei un costo insopportabile. Le politiche neoliberiste non si esplicano soltanto nella deregolamentazione economica ma ugualmente in quella ambientale imponendo sui territori l’unica regola del profitto. Lo vediamo nel portato culturale, politico, economico e ambientale dell’Expo di Milano.

 

Tutti questi percorsi hanno la possibilità di cogliere, in questo momento, l'occasione fornita dal vertice climatico di Parigi per inserire le singole battaglie in una cornice comune, rafforzandole con i reiterati allarmi che la comunità scientifica ha lanciato circa la necessità di ridurre del 70% le emissioni clima-alteranti entro il 2050.

 

Ridurre le emissioni in maniera sensibile ed immediata vuol dire infatti cambiare modello energetico, smettere di cementificare, optare per reti di mobilità intelligente, risanare il territorio, cambiare modello di gestione delle risorse e dei servizi pubblici essenziali. In una parola, ripensare il sistema economico e sociale radicalmente e senza esitazioni.

Per la costruzione di un percorso condiviso

In una fase politica nazionale che restringe sempre più gli spazi di partecipazione popolare e l'agibilità politica della società civile organizzata in ogni sua forma è ancor più urgente lavorare alla costruzione di un percorso inclusivo, che utilizzi strumenti diversi, dall'informazione alla mobilitazione, dalla pressione istituzionale alla progettazione territoriale, e che si organizzi per fare della rivendicazione di giustizia ambientale e sociale l'asse portante di un ragionamento unico e capace di incidere sulle scelte politiche.

 

Per queste ragioni, riteniamo sia utile e importante convocare a Roma un incontro nazionale di discussione aperto a tutte le realtà territoriali e i coordinamenti nazionali attivi su questi temi, i comitati locali, le associazioni ambientaliste, le organizzazioni sociali e politiche e tutti i cittadiniper ragionare assieme sulla promozione di un percorso sociale verso e oltre l'appuntamento di Parigi e sugli strumenti utili alla sua costruzione.

°°°°°

Le firme che seguono indicano l'insieme delle realtà, in nessun caso esaustiva del campo ampio che abbiamo bisogno di costruire, che hanno già espresso volontà e necessità di costruire un percorso unitario verso e oltre il vertice di Parigi. Il percorso che ci auguriamo nasca sarà reso pubblico solo dopo l'incontro del 14 a Roma, aperto al contributo e alle adesioni di tutte le altre realtà interessate a lavorare sul tema e sulle sue numerose implicazioni.

Primi promotori:

A Sud  Arci  Coordinamento Nazionale No Triv  No Triv Basilicata  No Triv Abruzzo Comitato No Tap  Coordinamento Comitati Sardi  Comitato Legami Jonici contro l'inquinamento Taranto  Campagna Stop TTIP Italia  Forum Italiano Movimenti per l'Acqua  Rete della Conoscenza  Comitato No Muos Niscemi  Comitato Spezia Via dal Carbone  Passeggino Rosso Brindisi Brindisi Bene Comune  Fair Watch  La Strada  TPO – Teatro Polivalente Occupato Bologna  Ya Basta Istituto Eco Ambientale Roma –

Per informazioni e adesioni: versoparigi2015@gmail.com

 

 

Dove: