SUL DISCORSO DI DRAGHI AL SENATO

 
Draghi non ha citato la #Costituzione. E' il governo dell'arco incostituzionale
Nel suo discorso Mario Draghi non ha citato la Costituzione, la Resistenza e l'antifascismo. Forse è meglio così. Ci evita l'ipocrisia di altri.
Il solco su cui nasce il governo è la fedeltà ai trattati europei che vanno in direzione opposta rispetto agli obiettivi programmatici della carta costituzionale.
Questo è un governo che unisce l'arco incostituzionale dei partiti che dagli anni '90 hanno condiviso - pur litigando per i telespettatori - le politiche neoliberiste che hanno prodotto fine dell'intervento pubblico, devastazione dello Stato sociale
Il suo discorso è stato una minestra riscaldata che echeggiava gli esecutivi dell'ultimo ventennio che si sono più o meno adeguati alla governance europea di cui Draghi è una delle più autorevoli espressioni.
Draghi non ha detto nulla sulla precarizzazione del lavoro né sui bassi salari né sul fatto che il nostro settore pubblico - a partire dalla sanità - ha molti meno dipendenti della media europea, sulle autostrade che crollano grazie ai miliardari a cui quelli come lui le hanno regalate. Per farlo dovrebbe ammettere che le sue lettere da Bruxelles hanno creato disuguaglianza, precarietà e indebolito la capacità del nostro paese di fronteggiare la pandemia.
Neanche sui vaccini ha avuto la forza morale di schierare l'Italia dalla parte di chi chiede di liberare i brevetti per garantire rapidità e accesso per tutti. Parla di sprechi ma non ha detto che non si possono buttare ancora miliardi per comprare armi mentre mancano medici e infermieri.
Draghi non cita l'antifascismo ma ha rivolto un messaggio di apertura al fascista Erdogan.
Sentiamo puzza di regime. La Questura di Roma ci ha negato il permesso di manifestare davanti a Montecitorio domani.
Non era mai accaduto. Neanche durante l'elezione del Presidente della Repubblica.
Saremo domani dalle ore 14 in Piazza San Silvestro a Roma per un presidio unitario contro il governo di banche e grandi imprese.
Maurizio Acerbo, segretario nazionale del
Partito della Rifondazione Comunista
- Sinistra Europea
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