Più soldi alla sanità biellese. Intervista all'Assessora Artesio

 

 

 

 

 

 

 

 

Nuovo e vecchio ospedale, consorzi dei servizi socio assistenziali, rappresentanza dei sindaci e della Provincia. La prima visita a Biella del neo assessore regionale alla sanità, Eleonora Artesio, ha toccato tutti gli ambiti della sanità locale. Ancora prima di giungere in città, nel pomeriggio di ieri, aveva già le idee chiare su quelle che erano le potenzialità e le criticità dell’Asl e del territorio. Con i vari colloqui, poi, ha potuto farsi un’idea ancora più delineata e precisa della situazione attuale. «Vorrei che fosse un primo appuntamento - dice - da ripetere con frequenza per entrare nel dettaglio delle varie questioni aperte. E vorrei farlo una volta approvato il piano di rilancio presentato dall’Asl e già condiviso dai sindaci. Questo dovrà avvenire entro il prossimo 30 dicembre».

Siete finalmente giunti alla definizione del piano regionale. Cosa cambierà?

«E’ un importante documento di programmazione che stabilisce le linee guida per i prossimi tre anni. Ora che c’è bisogna lavorare: tutti quanti, io compresa, non abbiamo più alibi».

Assessore Artesio, quali sono i punti di forza del Biellese?

«Sicuramente qui si parte avvantaggiati rispetto ad altre realtà. Esiste un solo ospedale, una sola Asl e un’architettura territoriale ben delineata con i distretti che coincidono esattamente con i consorzi socio-assistenziali. Da qui si deve partire per il futuro della sanità».

Sul fronte opposto, invece, esistono anche carenze.

«Certo, e una mi sembra sia stata risolta brillantemente. Mi riferisco al cantiere del nuovo ospedale, prima bloccato per problemi economici e ora nuovamente in funzione. Mi sembra che la data indicata per la conclusione dei lavori, il 2010, non sia troppo lontana».

Una delle preoccupazioni, soprattutto per i sindaci, è legata ai finanziamenti. Dovranno essere superiori rispetto a quelli attuali visti i costi di gestione del nuovo ospedale.

«La Regione ha messo in calendario questo aspetto che verrà risolto prima del 2010. Nel frattempo, per i prossimi tre anni, abbiamo incrementato i finanziamenti all’Asl 12. Nel 2007 i trasferimenti ammontano a circa 258 milioni di euro, nel 2010 si arriverà a 305. E abbiamo garantito 56 milioni di euro per concludere i lavori del nuovo nosocomio».

Invece sul fronte della mobilità passiva?

«Il piano di rilancio dell’Asl 12, che ho letto attentamente, mi sembra dia una risposta anche sotto questo aspetto. Il recupero del sesto piano dell’ospedale attuale, con l’attivazione di nuovi posti di degenza e lungodegenza aumenterà sicuramente le prestazioni ospedaliere, riducendo la mobilità passiva».

Questo, però, comporterà la necessità di nuove assunzioni.

«Sì, e una prima risposta a questa esigenza l’abbiamo data con il via libera all’assunzione dei precari nelle varie Asl del Piemonte, Biella compresa. Per il resto valuteremo le varie situazioni. Un aiuto arriverà anche dalla riorganizzazione che il direttore generale ha inserito nel piano sanitario. Un esempio per tutti, perché parte dall’apice della dirigenza. E’ la prima volta che vedo una cosa del genere e me ne compiaccio. Da questa riorganizzazione dei ruoli si potrebbero trovare professionalità all’interno della stessa azienda da utilizzare al meglio».

Un altro fronte caldo della sanità biellese è rappresentato dal Pronto soccorso. Che idea si è fatta leggendo il piano?

«Innanzitutto avvicinando la sanità al territorio, e quindi coinvolgendo maggiormente i medici di base e potenziando gli ambulatori presenti si andranno a ridurre quelli che sono gli accessi impropri. C’è poi un problema strutturale, presente in molti ospedali di vecchia concezione a cui non si sottrae neanche Biella. Gli spazi sono organizzati in modo non idoneo e bisogna trovare delle soluzioni. Quella di attivare dei letti semi intensivi in Medicina generale mi sembra una soluzione che può funzionare».

C’è un problema che da anni fa discutere il Biellese, ed è quello dell’emodinamica. Si può mettere la parola fine su questa vicenda?

«Al momento non posso dire né sì né no. Credo che la politica in questi casi debba fare un passo indietro. Per questo è stato conferito un incarico a una commissione tecnica che vada ad analizzare tutte le varie realtà, che confronti i numeri le esigenze territoriali e i costi di gestione. In questi anni molti professionisti hanno trovato grandi risorse per riattivare questo servizio e di questo bisogna dar loro atto. Ma l’emodinamica ha bisogno di professionalità importanti che operano al meglio quando il numero degli interventi è alto. Al momento, dunque, non posso dare una risposta certa per quello che succederà a Biella. Vedremo le valutazioni dei tecnici e poi decideremo».

Enzo Panelli da www.ecodibiella.it

in allegato il piano socio-sanitario regionale appena approvato dal Consiglio regionale piemontese 

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