Quando i pesci volano ovvero le dichiarazioni pro-diga di Squillario

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ho letto l’intervista di Luigi Squillarlo sulla diga sul Sessera e francamente, ho pensato che i pesci avessero cominciato a volare.

Parlando un po’ di tempo fa con un amico che si interessa della cosa pubblica a Vercelli mi diceva che Carmelo Iacopino sta alla politica Vercellese come Squillarlo sta a quella biellese. Entrambi provengono dalla DC e seppur in correnti diverse hanno avuto come amministratori locali sempre i loro figliocci. Ora le argomentazioni sviluppiste che fanno dichiarare al Presidente della Fondazione che la questione della diga è paragonabile alla TAV o agli inceneritori è come dire che il nucleare, il ponte sullo stretto di Messina e tutti gli “affari” che individuano nelle opere pubbliche  - che, sebbene fatte con denaro pubblico, non sempre rispondono a bisogni o esigenze collettive - sono buone, è un non senso. O meglio, è l’idea che i soldi della collettività se fatti per il (presunto) progresso devono andare per forza bene. In barba alle popolazioni che vivranno direttamente i rischi e le conseguenze di quelle opere, infischiandosene dell’ecosistema e dell’ambiente e facendo carta straccia delle (poche) leggi che salvaguardano il nostro territorio dalla speculazione e dello scempio. La diga sul Sessera non serve al biellese e come giustamente ci fa notare il Sindaco di Trivero non aiuta neanche l’industria risicola dei vercellesi. Basterebbe - come da anni segnalano in molti - un’adeguata manutenzione degli impianti e un utilizzo razionale delle risorse per non dovere sentire parlare di emergenza idrica.

La diga in Vallestrona verrà fatta quindi con l’intento di sfruttare quello che sarà il petrolio del XXI secolo: l’acqua.  Questo business sarà sfruttato dai soliti noti e i rischi e le conseguenze colpiranno tutti.

Nonostante la mia parte politica sia definita “radicale” il nostro atteggiamento in materia ambientale ha sempre avuto un approccio pragmatico. Il punto è che i veri estremisti ideologici sono coloro che considerano una grande opera sempre foriera di sviluppo e di progresso. La Storia c’insegna che non è così. Dal Vajont a Chernobil passando per Seveso e tanti altri piccoli e grandi esempi.

Non vorremmo però che su questa partita si innescassero futuri equilibri politici, giochi di sponda per mantenere o consolidare il potere dei soliti noti o peggio ancora, per garantire a qualcuno incarichi a vita!

 

roberto pietrobon

segretario provinciale

del PRC-Sinistra europea

 

 

Biella, 11 settembre 2009