Negata la piazza al Pride: Biella come Roma?!

 


 

Di seguito riportiamo l'articolo apparso oggi su "Liberazione" in merito alla piazza negata al BiellaPride. Ieri ci siamo attivati, come consiglieri di Rifondazione Comunista, per provare a risolvere questa questione dai risvolti inquietanti. Abbiamo strappato la garanzia al Sindaco Barazzotto, che la settimana prossima si svolgerà un nuovo incontro del "Comitato per l'ordine pubblico e la sicurezza" e siamo fiduciosi/e che si conceda la Piazza 1° Maggio come richiesto. Rifondazione Comunista è al fianco del movimento LGBTQ e del "Comitato BiellaPride" in questa battaglia che non è solo di visibilità ma di civiltà e di cittadinanza!

roberto pietrobon - capogruppo di Rifondazione Comunista alla Città di Biella

 

«Un'altra provocazione? Non se ne può più». Ieri, in un'assemblea concitata a Biella, ci si chiedeva davvero cosa stesse accadendo. In breve i fatti: il prossimo 14 giugno nella cittadina piemontese si tiene il gay pride regionale. Una scelta per dare visibilità a una città di solito lontana dai riflettori delle cronache, ed è proprio qui che il comitato piemontese aveva invece deciso di svolgere il prossimo pride. «Dopo quello di Torino del 2006, abbiamo tentato di dare spazio anche ad altre città, ci sembrava giusto» sottolineano i promotori. E' così che, se in un primo tempo si era deciso di fare un corteo, dopo dibattiti e ripensamenti il movimento Lgbt ha puntato solo su una manifestazione in città. Ovvio che la richiesta fosse di farla nel centro cittadino, piazza primo maggio, anche perché è proprio qui che di solito si tengono gli eventi principali. E invece? «E invece - racconta Roberta Padovano, del comitato del pride biellese - siamo stati convocati e il prefetto ci ha negato l'autorizzazione di svolgere nella piazza cittadina il nostro pride». Ma cosa sta accadendo? La sorpresa lascia il posto a una certo sgomento. E dire che prima la Provincia, poi la Regione, infine il Comune avevano non solo concesso l'autorizzazione al Pride ma dato persino il loro patrocinio (nelle tre istituzioni ci sono giunte di centrosinistra, ndr) «per un evento - spiega ancora Roberta - che naturalmente non porta in piazza solo la rivendicazione di diritti per coppie lesbiche gay e trans ma che si muove sulla stessa piattaforma dei pride degli scorsi anni: si reclamano diritti per le minoranze, ma non solo, si denuncia la violenza alle donne, in una parola si sfila per dire basta ad ogni forma di razzismo per la tolleranza per la democrazia». Al prefetto queste cose evidentemente non interessano. Racconta Roberta: «Ci siamo recati lì e ciò che ci ha preoccupato di più è stata l'assoluta mancanza di dialogo». E che dire della motivazione addotta? Adriano Guala, portavoce del pride biellese, riflette: «Siamo rimasti davvero attoniti. Ci è stato detto che non avevamo diritto a una manifestazione nella piazza principale della città perché questa può infastidire e turbare la cittadinanza». Parole dure che lasciano perplessi. Il tutto accade anche grazie al silenzio del sindaco, Vittorio Barazzotto del Pd, anche se - precisa Guala - abbiamo saputo che ora si sta attivando per capire quali siano le vere ragioni per cui il prefetto ha negato l'autorizzazione della piazza».
"Roma chiama Biella" o il contrario.
Del resto, lo stesso è accaduto proprio due giorni fa nella capitale dove, anche qui, tra la sorpresa di tutte le associazioni e lo sgomento, a meno di due settimane dal pride, è stata negata l'autorizzazione a terminare il corteo, come accade ogni anno, nella centrale piazza San Giovanni (dove tra l'altro terminano tutte le manifestazioni cittadine, ndr). «Il guaio - sottolinea il portavoce del pride biellese - è che a Roma c'è Alemanno ma qui a Biella c'è un sindaco di centrosinistra». Questo naturalmente non conforta.
Ieri nella cittadina piemontese, in una conferenza convocata all'ultimo momento, si è fatto come detto il punto su quest'ultima incredibile novità. «Noi siamo convinti che si tratti solo di una provocazione - dicono ancora dal comitato biellese - altrimenti dovremmo parlare di intolleranza, razzismo, omofobia o quant'altro», dato che in verità proprio di questo si tratta. In parlamento su queste due mancate autorizzazioni, piuttosto anomale, Paola Concia del Pd ha pronta un'interpellanza parlamentare per chiedere al governo di far luce su questi fatti inspiegabili che, guarda caso, hanno colpito sia il pride biellese che quello romano «e senza alcuna spiegazione». Dal Mario Mieli fanno sapere che sono convinti che il tutto si risolverà. Sta di fatto che, ad oggi, non è ancora giunta alcuna risposta da parte delle questure sia romane sia biellesi. Anzi, ieri, dal circolo romano hanno lanciato in stampa un comunicato dove si precisa ancora che l'autorizzazione per piazza San Giovanni è stata, e come, data al pride (al contrario di quanto si legge sul Corriere della sera , ndr) e sin dall'11 aprile. «C'è un clima - sottolinea Praitano presidentessa del Mario Mieli - che preoccupa. Speriamo solo che nessuno intenda esasperare gli animi». Anche perché il Pride è un evento festoso, gioioso che vuole solo portare in piazza quei diritti di tanti e di tante che, ancora ad oggi, lo Stato italiano non vuole considerare. Ma - dicono dal movimento Lgbtq - «noi ci siamo e come. E sfileremo a maggior ragione con orgoglio, e "testardamente"».

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Commenti

Ritratto di andres

Senza parole... Sembra di essere in Little Britain.

Ritratto di AdrianoBiella

Abbiamo agito sempre con estrema cautela, evitando scontri, inutili ripicche o agitazioni politiche, aprendoci totalmente al dialogo anche con quelle istituzione che, e già lo sapevamo in partenza, non condividono, e mai lo faranno, i nostri ideali. Abbiamo ascoltato Presidente della Provincia, Sindaco, Vescovo, Questore e Prefetto ribadendo che l'idea che avevamo del pride a Biella era quella di una festa, una gioiosa festa che dovrebbe coinvolgere la città tutta, e noi lesbiche, gay e trans biellesi per un giorno ci saremmo sentiti decisamente meno invisibili, circondati dai nostri amici e amiche delle altre comunità LGBT Piemontesi e non, portando in piazza l'associazionismo locale che insieme a noi lotta per l'uguaglianza delle minoranze tutte, per sensibilzzare ancora sulla violenza contro le donne, con tanto colore e allegria come solo i pride sanno fare, senza mai alcun incidente provocato dai partecipanti ( lo sapevate che a San Paolo del Brasile la settimana scorsa erano in cinque milioni?) Ovvio noi non saremo cosi tanti e poco importa quanti saremo quello che a noi importa è la visibilità, solo far sapere alla gente che anche qui a Biella noi ci siamo, che ci viviamo e che vorremo avere una serie di servizi che le comunità LGBT delle altre città hanno e dopo la festa del 14 Giugno vorremmo continuare a lavorare su progetti che servano alla lotta contro il bullismo e contro l'omofobia, abbiamo visto uno spettacolo teatrale bellissimo mercoledi 29, fatto apposta per arrivare a questo, vorremmo dialogare con la chiesa per aiutare quei gay credenti che quotidianamente combattono con i loro dubbi e anche qui abbiamo fatto intervenire un sacerdote molto stimato e profondo conoscitore di queste tematiche, scelto addirittura dal Cardinale Poletto in occasione del Pride Nazionale "Torino 2006" Un paio di feste e la continua ricerca del dialogo con tutto e tutti anche con chi si è inventato petizioni per l'annullamento della manifestazione. Questo abbiamo fatto! Di cosa hanno paura, cosa c'è di cosi orribile, blasfesmo, schifoso, sporco o osceno in tutto questo? Hanno negli occhi solo le immagini che i media usano in occasione dei pride mondiali dove le persone LGBT sfruttano una giornata di festa per manifestare nella maniera che ritengono più opportuna, colorata, coinvolgente ecc...ecc..., ma nessuno è mai stato arrestato per questo, nessun cittadino di Roma, Milano, Napoli, Torino per non parlare del resto del mondo è stato danneggiato per questo, e poi, pensate davvero che a Biella avremo occasione di vedere tutto questo, magari dico io, vorrebbe dire che il nostro è un pride mega, quasi nazionale o addirittura europeo. O forse, la paura è quella che alla fine non ci sarà nulla da dire, nessuno scandalo da commentare, ma solo l'ennesima dimostrazione che, anche noi, siamo solo persone, le stesse che tutti i giorni incontarte in città Adriano Guala Presidente di "Eurialo&Niso" Coordinatore BiellaPride adry
Ritratto di roberto

Biella Pride all’attacco “Vogliamo la kermesse nel centro della città” La decisione di concedere al Biella Pride il piazzale davanti alla Provincia non è piaciuta al comitato organizzatore, che ieri in conferenza stampa ha annunciato di voler continuare a tenere aperto il dialogo con le istituzioni per ottenere piazza 1° Maggio. «Abbiamo vissuto centinaia di anni di marginalità e di sofferenze - spiega Enzo Francone -, ed oggi vogliamo che la gente inizi a cambiare atteggiamento nei nostri confronti. Non vogliamo più essere ghettizzati: vogliamo manifestare nel cuore della città, non davanti alla Provincia». Presente alla conferenza anche il capogruppo in consiglio comunale a Biella di Rifondazione Comunista Roberto Pietrobon, portavoce degli interessi del Biella Pride a palazzo Oropa: «Ho contattato personalmente il sindaco questa mattina - ha detto Pietrobon -, e si è dichiarato disponibile a riportare l'attenzione sull'argomento al tavolo del comitato dell'ordine e della sicurezza pubblica nei prossimi giorni». Il caso di Biella non è isolato: anche Roma il 7 giugno ospiterà una manifestazione organizzata da comunità omosessuali, ed anche nella capitale è stata esclusa dal corteo la centrale piazza di Porta San Giovanni. E Biella come Roma sono già diventate oggetto di un'interpellanza, firmata dall’onorevole Anna Paola Concia del Pd, che chiede l'intervento del ministero dell'Interno.
Ritratto di Anonimo

Gay Pride: ora è polemica sulla piazza da usare Agli organizzatori non piace la location davanti alla Provincia Il Comitato che organizza il Gay Pride non ci sta. La decisione di far svolgere la manifestazione (il 14 giugno) nel piazzale della Provincia di Biella, è stata infatti vissuta come un'imposizione. I gruppi che stanno, non senza fatica, portando avanti l'allestimento dell'evento, infatti, chiedono l'utilizzo di piazza Primo Maggio. Inoltre, i portavoce del Comitato, in un'apposita conferenza stampa, hanno polemizzato con il Prefetto Livia Narcisa Brassesco che - a loro dire - avrebbe parlato di tutela dei commercianti, da non disturbare con la manifestazione; versione smentita in una intervista televisiva andata in onda sabato dalla rappresentate istituzionale. Nel documento ufficiale che la Prefettura ha diffuso, tra l'altro, si parla solo di esigenze logistiche e viene specificato che le piazze richieste al Comune erano tre: in ordine, quella davanti alla Provincia, piazzale Casalegno o piazza Martiri della Libertà. «Nella valutazione delle piazze è stata opinione condivisa di tutti i presenti - scrive la Prefettura - che il piazzale antistante il Palazzo della Provincia costituisca, tra quelli richiesti, il luogo più adatto, sotto il profilo logistico nonché per la sua bellezza, ad ospitare i partecipanti ed evitare, al contempo, problematiche per il traffico per la città in quelle ore trattandosi di sabato pomeriggio». «Proprio noi che siamo sempre stati per il dialogo, con tutti, ed a tutti i livelli, ci vediamo imposte le cose dall'alto - ha detto l'altro giorno Adriano Guala, nell'incontro con i giornalisti all'Arci -. Le nostre richieste scritte sono chiare. Comunque, chiederemo altri incontri. Abbiamo i patrocini di Comune, Provincia e Regione». «Gli omosessuali sono stati ghettizzati per anni... Quanto dobbiamo ancora andare avanti?» ha detto Enzo Francone, tra i portavoce del Comitato. Presente all'incontro anche il consigliere di Rifondazione Comunista Roberto Pietrobon, il quale ha spiegato: «Ho contattato il sindaco Barazzotto, che si è subito dimostrato disponibile ad un incontro. Sono fiducioso». La polemica biellese, nel suo piccolo, appare simile a quella della capitale, dove per un'analoga manifestazione del 7 giugno, non sarà concesso al corteo di sfilare nella centrale piazza San Giovanni. Venerdì, comunque, al tavolo del Comitato per l'ordine e la sicurezza di Biella (cui partecipano le autorità cittadine e provinciali, insieme ai responsabili delle forze dell'ordine) si ridiscuterà della vicenda dopo la richiesta di Piazza Pimo Maggio. «La nostra è una festa. Il movimento gay è pacifista - ha detto Guala -. Siamo parte della comunità, sempre».
Ritratto di Anonimo

Non è accettabile che venga negato un permesso che era già stato concesso, bisognerebbe sfilare lo stesso!